Febbre della Rift Valley: valutate le misure di sorveglianza
L'EFSA ha completato una serie di valutazioni sulla febbre della Rift Valley (RVF) con un parere scientifico che prende in esame l’ efficacia delle misure di sorveglianza e controllo nell'UE .
Il recente parere fa seguito a due pareri pubblicati all'inizio di quest'anno che valutavano, rispettivamente, il rischio di introduzione della RVF nell'UE e l’impatto della malattia nel dipartimento francese d'oltremare di Mayotte.
Note informative
La febbre della Rift Valley è una malattia trasmessa ad alcuni animali (ruminanti domestici e selvatici, e cammelli) e all'uomo da zanzare che fungono da vettori della malattia. La stragrande maggioranza delle infezioni umane deriva da contatto diretto o indiretto con sangue o organi di animali infetti. Tale contatto può verificarsi durante la cura, l’assistenza al parto o la macellazione di animali infetti, l’eliminazione di carcasse o feti e forse dalla ingestione di latte crudo. L'infezione umana può anche avvenire dalla puntura di zanzare infette (Aedes e Culex). Alcune categorie occupazionali, come allevatori, pastori, macellai e veterinari, presentano un rischio maggiore di contrarre l’infezione.
La malattia è endemica nell'Africa sub-sahariana e nella penisola arabica, ma non è mai stata segnalata nell'Europa continentale, anche se il suo raggio d'azione si sta allargando. Tra il 2018 e il 2019 è ricomparsa dopo dieci anni a Mayotte, dove ci sono stati focolai d’infezione che hanno interessato varie persone.
Fonte: EFSA
© IZSAM Dicembre 2020
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