Delfino spiaggiato a Roseto degli Abruzzi

 

Il 1° maggio, nei pressi del porticciolo di Roseto degli Abruzzi (TE), è stato rinvenuto un cetaceo maschio della specie Tursiops truncatus lungo 290 cm per 320 kg di peso. Il delfino aveva tra i denti un lembo di rete da pesca che ne ha causato la morte. La segnalazione è stata fatta dalla Guardia Costiera che ha subito attivato il flusso di intervento, come prescritto dalla Determinazione della Regione Abruzzo 21/167 del 31 dicembre 2014.

Dopo i rilevamenti morfometrici effettuati in loco dal personale del Centro Studi Cetacei Onlus, alla presenza del personale dei Servizi Veterinari della Asl di Teramo, è intervenuta una squadra di esperti dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise guidata da Nicola Ferri, responsabile del Laboratorio di Igiene, Biologia e Tossicologia Ambientale dell’IZSAM.

 

Il dott. Ferri, giunto sul posto con un mezzo dell’Istituto idoneo al trasporto delle carcasse dei cetacei, si è occupato delle operazioni di trasferimento in sicurezza dell’esemplare presso la sede centrale dell’Istituto di Teramo dove è stata effettuata la necroscopia. L’esame autoptico ha accertato che il delfino è morto per soffocamento, dovuto all’incarceramento dell’epiglottide: la rete da pesca infatti era arrotolata intorno al becco laringeo impedendo i normali atti respiratori all’esemplare. Gli esiti della necroscopia sono stati condivisi con l’equipe dell’Università di Teramo diretta dal prof. Giovanni Di Guardo, come previsto dalla Determinazione regionale.

 

L’IZSAM fa parte della rete del Centro di Referenza Nazionale per le Indagini Diagnostiche sui Mammiferi marini spiaggiati dell’IZS del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, che costituisce il punto di riferimento nazionale per l’intervento diagnostico post mortem sui cetacei spiaggiati.

 

Come riportato dalla banca dati georeferenziata Geocetus, nel 2015 e in questi primi mesi del 2016 sono stati rinvenuti 18 esemplari di cetacei spiaggiati lungo le coste abruzzesi. L’Istituto di Teramo ha effettuato gli esami necroscopici anche al fine di garantire il monitoraggio sanitario per la ricerca di agenti infettivi e contaminanti ambientali capaci di alterare lo stato di salute del nostro mare.

 

 

9 maggio 2016 (MG)

 
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© IZSAM Agosto 2016
 
 
 
 
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