Nati tre agnelli con tecniche innovative di riproduzione assistita: risultati ottenuti su animali, ma probabilmente utili anche in campo umano

 

Venerdì 1 maggio 2009 è nata una agnellina attraverso la fertilizzazione "in provetta" da una madre genetica, che aveva poco più di un mese di vita, da cui sono state prelevate immature cellule uovo sviluppate prima in incubatore e poi nella madre adottiva.

La nascita di Martina si aggiunge a quella di Mia e Cleo, altre due agnelline che provengono invece da cellule uovo di pecore a fine carriera riproduttiva. Il triplice parto si deve ad un'equipe di giovani ricercatori del Laboratorio di Embriologia sperimentale del Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate dell'Università di Teramo ed è avvenuto presso l'Azienda Sperimentale dell'Istituto G. Caporale, coinvolto nel progetto per tutti gli aspetti relativi alla gestione e alla cura degli animali utilizzati nella ricerca. 

La dott.ssa Grazyna Ptak, coordinatrice del progetto, ha dichiarato che "si tratta di verificare se l'età della madre genetica per sé può influenzare il benessere del futuro nascituro. Di solito la valutazione della salute del soggetto nato in seguito alle tecniche di riproduzione assistita, viene effettuata entro poche ore o giorni dalla nascita. Le nostre agnelline appena nate stano benissimo, ma lo scopo della nostra ricerca sarà monitorare il loro benessere e comportamento a lungo termine, anche in termini transgenerazionali, cosa mai fatta finora".

 

La crescita continua del numero di pazienti umani che vogliono sottoporsi alla riproduzione assistita ha bisogno di questo tipo di ricerca tesa a verificare se le tecniche usate sono sicure sotto tutti i punti di vista. Le tecniche di riproduzione assistita consentono di diventare madri anche dopo alcune gravi patologie come il cancro dove il trattamento terapeutico compromette la fertilità. È stato quindi suggerito che da pazienti, anche sessualmente immature, che debbano assoggettarsi a chemio/radioterapia, siano prelevate e congelate porzioni di ovaio dalle quali ricavare, dopo i trattamenti terapeutici, i gameti per la riproduzione assistita.

 

Alla ricercatrice teramana è stato assegnato l'anno scorso, unica in Italia nel campo della medicina veterinaria, un prestigiosissimo finanziamento dal Consiglio Europeo della Ricerca. "Il progetto europeo che coordino servirà a verificare la natura delle alterazioni placentari, conseguenti a problemi di salute della gestante. Il modello animale da noi utilizzato è particolarmente adatto a studiare la gravidanza in campo umano. Nonostante il nostro progetto sia partito soltanto qualche mese fa, siamo già a buon punto: i primi nostri dati verranno presentati il prossimo luglio a Oxford, al convegno della Società Internazionale di Fertilità e Riproduzione. La nascita di Martina, Cleo e Mia è importantissima per la prosecuzione dello studio. Per chiedere fondi per la ricerca in Europa bisogna prepararsi per tempo, e non ci si può presentare senza la dimostrazione della fattibilità del progetto. Ecco perché sono importanti questi risultati preliminari, testimoniati dalla nascita dei tre agnellini.

 
 
 
© IZSAM Agosto 2016
 
 
 
 
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