L’avvelenamento doloso degli animali è un fenomeno frutto di un approccio socio-culturale che considera l’animale come un potenziale pericolo per le persone e l’ambiente, inducendo ad atti criminali. In quanto tale si configura come un reato perseguito dal Codice Penale.
Nella Regione Abruzzo negli ultimi anni si registra un andamento costante del fenomeno, rappresentando un problema di salute pubblica, di contaminazione ambientale e una minaccia per la fauna selvatica, in particolare per le specie protette.
L’Ordinanza Ministeriale del 18 dicembre 2008, e successive modifiche ed integrazioni, fornisce indicazioni operative sulla gestione dei casi di sospetto avvelenamento di animali domestici e della fauna selvatica, e a seguito del rinvenimento di esche avvelenate. In particolare, la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali è deputata a ricevere i materiali sospetti (carcasse animali, materiali biologici, esche) e confermare, su base ispettivo-anatomopatologica e tossicologica, il sospetto, dandone comunicazione all’Autorità Giudiziaria. I dati prodotti da questa attività di laboratorio sono patrimonio comune di tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo nell’azione di contrasto al fenomeno dell’avvelenamento animale: veterinari libero-professionisti e pubblici, organi di polizia giudiziaria.
A sette anni dall’emanazione dell’O.M., i dati relativi agli avvelenamenti sul territorio regionale testimoniano una realtà che richiama l’attenzione della comunità scientifica, delle istituzioni e della cittadinanza.
L’evento organizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, su richiesta dell’Ordine dei Medici Veterinari di Teramo, si rivolge ai medici veterinari con la finalità di presentare un approccio globale al fenomeno, attraverso la condivisione e l’armonizzazione delle attività svolte dalle varie figure che agiscono per contrastare il fenomeno dell’avvelenamento animale.