UN NUOVO PROTOCOLLO DIAGNOSTICO PER LA BRUCELLOSI CANINA

 
 
 
 
 

Test sierologici più efficienti per seguire l’evoluzione di una infezione che sta destando sempre più attenzione a livello internazionale

 
 
 

La brucellosi canina, una malattia infettiva causata dal batterio Brucella canis , rappresenta una crescente preoccupazione, non solo per gli amanti dei cani e per il mondo degli allevamenti di questi animali, ma potenzialmente anche per la salute umana. Individuare rapidamente i casi e verificare l’evoluzione delle infezioni diventa così un passo cruciale per conoscere meglio la patologia e il microrganismo che ne è responsabile.

 

La diagnosi certa di brucellosi canina si ha solo con l’isolamento del batterio (il cosidetto “gold standard”) nel sangue dell’animale che si sospetta sia infettato. Ma individuare direttamente il microrganismo significa utilizzare tecniche batteriologiche e molecolari piuttosto complesse, che richiedono tempo e che sono poco adatte quando si ha a che fare con una popolazione numerosa di cani, come ad esempio un allevamento. Esistono anche metodi indiretti, i cosiddetti sierologici, che mirano ad individuare gli anticorpi contro il batterio nel sangue dell’animale. Un team di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo (IZS-TE) ha ora condotto uno studio che punta a rendere più rapida ed efficiente la diagnosi di questa malattia, che da molto tempo rappresenta una vera sfida per i veterinari e gli operatori della salute animale in genere, sviluppando un protocollo diagnostico che prevede la combinazione di tre test sierologici.

 

“I metodi sierologici – dice Chiara Di Pancrazio - ricercatrice sanitaria corresponding author dell’articolo - possono essere più rapidi e di semplice esecuzione; ma quelli esistenti hanno problemi di scarsa accuratezza e di incertezza dei risultati, soprattutto per una mancanza di validazione. Ecco perché il nostro studio ha puntato a valutare tre test sierologici (denominati mSAT, B. ovis-CFT e IFAT) messi a confronto con l'isolamento del batterio.

 

L’occasione per questa ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Microrganism, è venuta da un focolaio di Brucella canis che si era sviluppato in un allevamento canino italiano nel 2020. La gestione di quell’episodio, con diverse analisi svolte sugli animali dell’allevamento, ha permesso di avere un grande numero di campioni biologici, che i ricercatori hanno potuto utilizzare per la valutazione dei metodi di diagnosi.

 

“I tre test sierologici che abbiamo usato – continua Fabrizia Perletta, ricercatrice sanitaria e prima firma dell’articolo - hanno mostrato promettenti livelli di sensibilità e specificità.  Infatti se applicati in combinazione, si può osservare un notevole miglioramento nella diagnosi sierologica”.

 

L'importanza di questo studio va oltre la semplice diagnosi. La brucellosi canina, che può causare una serie di complicanze riproduttive nei cani, ha un impatto mondiale, con casi segnalati in America Centrale e del Sud, negli Stati Uniti meridionali, in Asia e anche in alcuni Paesi europei. Inoltre, data la sua potenziale trasmissione all'uomo, c'è una crescente preoccupazione per la salute pubblica. Gli uomini possono infatti contrarre la malattia attraverso il contatto diretto con cani infetti o con le loro secrezioni. Sebbene i casi umani siano limitati, una diagnosi migliore e più rapida sarà uno strumento fondamentale per controllare e gestire questa patologia nei prossimi anni.

 
 
 

 

EVALUATION OF THREE SEROLOGICAL TESTS FOR DIAGNOSIS OF CANINE BRUCELLOSIS

Perletta, F., Di Pancrazio, C., Rodomonti, D., Di Febo, T., Luciani, M., Krasteva, I. M., ... & Tittarelli, M. (2023). Evaluation of Three Serological Tests for Diagnosis of Canine Brucellosis. Microorganisms, 11(9), 2162.

DOI: https://doi.org/10.3390/microorganisms11092162

 

Fabrizia Perletta

 

Chiara Di Pancrazio

 
 

 
 
 
 
© IZSAM Gennaio 2024
 
 
 
 
 
 

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