Informazioni generali

Linee guida e buone prassi

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Per quanto riguarda il settore del benessere degli equini, esiste, a livello nazionale, una legislazione che ne regolamenta alcune aree (ad esempio il trasporto) con norme specifiche, mentre altri aspetti ricadono sotto norme più generali (Decreto Legislativo n.146 del 26 marzo 2001). In tempi più recenti sono state pubblicate delle linee guida, frutto di gruppi di ricerca europei, che indicano quali siano gli standard di benessere per gli equini e ne individuano degli indicatori per poterli misurare (Awin, 2015).

La FEI, nel 2013, emana un codice di comportamento per il benessere del cavallo; successivamente in Italia, il Ministero della Salute promuove l’adozione di misure per la tutela e la gestione degli equidi mediante la pubblicazione di un manuale dedicato a questo argomento. Anche la FISE riserva un’intera sezione del Regolamento “Norme generali relative a cavalli e cavalieri”, aggiornato a gennaio 2022, alla tematica del rispetto del cavallo e delle modalità per garantirne il necessario benessere. L’obiettivo generale è volto a tutelare gli animali, per far sì che non siano sottoposti a sofferenze o fatiche evitabili e che siano rispettate le cosiddette cinque libertà, che sono alla base del loro benessere. In particolare:

  1. libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione. Agli animali deve essere sempre assicurata una corretta alimentazione, calcolata in base alle esigenze dei singoli soggetti, costituita da alimento sano, senza muffe o polveri. L’acqua deve essere sempre a disposizione e, nei casi sia somministrata razionata, è necessario controllare che l’animale abbia la possibilità di abbeverarsi secondo le sue esigenze fisiologiche. Inoltre è importante che la distribuzione dell’alimento avvenga con regolarità, rispettando gli orari di somministrazione a cui l’animale si è abituato. Le mangiatoie devono essere pulite regolarmente, rimuovendo i residui di cibo, mentre gli abbeveratoi devono essere mantenuti puliti e deve ne essere verificato quotidianamente il funzionamento. 

  2. libertà dai disagi ambientali. Gli animali devono essere detenuti in ambienti idonei, adeguati alle dimensioni del cavallo, come indicato sulla pubblicazione del Ministero della Salute, ben arieggiati e luminosi. Le strutture di ricovero devono fornire agli animali un riparo da eventi atmosferici potenzialmente nocivi (vento, pioggia, correnti d’aria) ma al tempo stesso dovrebbero permettere al cavallo di poter guardare l’ambiente esterno. La lettiera deve essere asciutta e in quantità sufficiente per permettere il decubito su una superficie confortevole e non lesiva. Deve quindi essere pulita quotidianamente e rinnovata in modo da ricoprire completamente la superficie del pavimento. I corridoi, le aree comuni (ad esempio l’area per il lavaggio) e le pareti dei box devono essere tenuti puliti, rimuovendo anche la polvere. La superficie delle pavimentazioni nelle zone di passaggio non deve essere scivolosa.  

  3. libertà dalle malattie e dalle ferite. È abbastanza intuitivo che le malattie infettive e lesioni traumatiche influenzino negativamente lo stato di benessere di un animale. Il proprietario del cavallo e /o il gestore della scuderia devono essere attenti nel riconoscere sintomi di malessere e devono consultare al più presto un veterinario, in modo che intervenga per alleviare il dolore all’animale. La prevenzione è fondamentale, da un lato con la profilassi vaccinale, dall’altro con controlli periodici tramite analisi di laboratorio che possono essere prescritti dal veterinario per tenere monitorato lo stato sanitario dell’animale e per intervenire tempestivamente con eventuali terapie. Il veterinario di scuderia o il veterinario di fiducia sapranno impostare nel modo più efficace, in rapporto anche alla situazione epidemiologica e a specifici rischi di natura sanitaria, le misure di biosicurezza da adottare. Le lesioni a carico dell’apparato locomotore, quali patologie tendinee, articolari o muscolari, devono essere prontamente diagnosticate, soprattutto nel cavallo sportivo, in modo da non sottoporre l’animale ad attività che potrebbero causare dolore e/o ritardo nella guarigione.

  4. libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche. Il cavallo è un animale sociale, abituato in natura a vivere in branco e in spazi ampi. Queste condizioni difficilmente possono essere mantenute negli ambienti dove vive la maggior parte di cavalli allevati per attività ludico-sportiva. È però importante permettere al cavallo di soddisfare le sue caratteristiche comportamentali principali, compatibilmente alle limitazioni date delle modalità di detenzione. Ad esempio un cavallo dovrebbe avere sempre il contatto visivo con altri cavalli, ancor meglio se, attraverso i divisori dei box, il contatto è anche di tipo tattile e olfattivo. È auspicabile che i cavalli possano passare del tempo in paddock, vicino ad altri conspecifici, perché permette agli animali di esprimere comportamenti naturali, quali il movimento in libertà, il gioco e atteggiamenti di grooming con altri cavalli o la prensione di alimento fresco. Qualora i cavalli non abbiano questa possibilità, è necessario garantire dell’attività fisica quotidiana ed evitare la permanenza continua nel box. Il mancato appagamento di esigenze comportamentali può portare alla manifestazione di stereotipie e tic, per lo più dovuti a mancato adattamento del cavallo all’ambiente in cui vive come pure alla mancanza di stimoli.

  5. libertà dalla paura e dal disagio. La collocazione del cavallo nella scala degli ecosistemi naturali è quella della preda, e di conseguenza la fuga sarà la prima reazione di difesa che il cavallo metterà in atto di fronte a situazioni che generano paura e stress. Queste situazioni, legate anche a oggetti e rumori che hanno provocato paure che non è stato in grado di superare, non vengono dimenticate da un animale sensibile, pauroso e reattivo come il cavallo. Poiché la paura e il disagio nel cavallo sono per lo più dovuti a situazioni ambientali e di management non corretti, è su questi aspetti che bisogna porre attenzione, per evitare che perdurino e per cercare soluzioni. Fondamentale è il rapporto tra cavallo e uomo per limitare i momenti di paura. L’addetto di scuderia, il proprietario, il cavaliere o l’istruttore devono instaurare un rapporto di reciproca fiducia, essere il riferimento di cui il cavallo si può sempre fidare e grazie al quale imparerà a superare le sue paure. Un aspetto cruciale durante le fasi di addestramento o di lavoro è quello delle richieste non proporzionate alle capacità di apprendimento o alla preparazione atletica, come pure l’utilizzo di sistemi coercitivi. Situazioni che generano stress e paura. Ecco perché nella preparazione del cavallo sportivo è importante saper dosare le energie richieste sia di tipo fisico che mentale, e il lavoro del cavallo deve essere impostato tenendo presente l’esperienza del cavaliere, l’allenamento e le capacità di apprendimento dell’animale. Il recente Decreto Legislativo 28 febbraio 2021, n. 36 (Attuazione dell'articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo) fornisce delle disposizioni generali anche per le discipline sportive che prevedono l’impiego di animali, tra cui l’equitazione. In particolare viene fatto divieto di utilizzo di metodi di addestramento e di allenamento che possono danneggiare la salute e il benessere psicofisico dell’animale, come pure qualsiasi metodo di coercizione o costrizione che possa provocare sofferenza. Preservare il benessere del cavallo è responsabilità di chi lo accudisce o di chi si dedica con lui ad attività ludico-sportive, che devono essere sempre svolte nel rispetto delle sue esigenze etologiche.
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