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Bluetongue in Europa e in Italia: vecchie conoscenze e nuovi scenari

Introduzione

La febbre catarrale degli ovini o Bluetongue (BT) è una malattia infettiva non contagiosa che colpisce alcune famiglie dell’ordine degli Artiodattili ed è trasmessa da vettori ematofagi appartenenti al genere Culicoides. Attualmente sono noti 36 sierotipi di BT, di cui solo alcuni sono considerati “atipici” vista la loro capacità di diffondersi tramite contatto diretto e non per mezzo dei Culicoides (Ries et al., 2020, 2021; The Pirbright Institute, 2015; WOAH, b).

Per comprendere al meglio l’evoluzione della malattia è stata elaborata la classificazione dei sierotipi di BTV in ceppi analizzandone le proprietà come il genotipo, la morbilità, la mortalità, la velocità di diffusione, il periodo e l’area geografica di diffusione (More et al., 2017). Oltretutto, i diversi ceppi dello stesso sierotipo di BT possono differire per topo-tipi, che si distinguono generalmente in ceppi orientali, di provenienza Australiana e dal Medio-Estremo Oriente, e in ceppi occidentali, di origine Africana o Americana. In Europa, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, entrambi i ceppi sono stati responsabili di focolai di malattia nelle popolazioni suscettibili (Kundlacz et al., 2019).

Storicamente endemica nei paesi tropicali e subtropicali, il cambiamento climatico e gli scambi di bestiame, nell’era della globalizzazione, hanno reso possibile, grazie alla presenza del vettore, la diffusione della BT nel Mediterraneo e in Europa a partire dalla fine degli anni ’90 (Maclachlan et al., 2015; WOAH, b).

L’Italia, al centro del Mediterraneo, è stata interessata a partire dal 2000 da molteplici ondate epidemiche ascrivibili di volta in volta a ceppi differenti provenienti dai paesi confinanti, nord africani (Lorusso et al., 2013a, 2014, 2017) o dai limitrofi Balcani (Calistri et al., 2004; Lorusso et al., 2013a, 2014, 2017; Mellor, 2004; Niedbalski, Wiesław, 2022; WOAH, b).

Le nazioni quali Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Germania sono state colpite inaspettatamente per la prima volta nel 2006 dall’epidemia da sierotipo 8 (BTV-8), dimostrando lo slancio della malattia dal centro verso il nord Europa (Faes et al., 2013; Niedbalski, Wiesław, 2022; WOAH, b). A questa è conseguita, solo nel periodo compreso tra il 2007 e il 2010, la diffusione del BTV-8 in 28 paesi europei, i quali hanno riportato più di 58.000 focolai ed ingenti perdite economiche (Nicolas et al., 2018; WOAH, b).

Questo articolo si propone di fornire aggiornamenti sulla legislazione europea e italiana vigente e sulla recente situazione epidemiologica, con un focus particolare sugli anni 2023-2024.

Normativa

In termini normativi, la Bluetongue è una malattia listata dalla World Organisation for Animal Health, secondo il “Terrestrial Animal Health Code” e notificabile, per i sierotipi da 1 a 24, per la Commissione Europea ai sensi del Regolamento di esecuzione (UE) 2020/2002 della Commissione (Regolamento di esecuzione - 2020/2002, 2020; WOAH, a).

Inoltre, in conformità al Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1882, l’infezione da virus della Bluetongue, per gli stessi sierotipi sopracitati, è stata categorizzata come malattia C+D+E. A questa classificazione ne consegue che i paesi dell’Unione per la BT applichino piani di sorveglianza (categoria E) per monitorare la presenza e l’andamento dell’infezione, regolamentino le importazioni e movimentazioni intra-UE (categoria D) per evitarne la diffusione e adottino misure per limitarne la propagazione in aree indenni o con programmi di eradicazione (categoria C) (Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1882 della Commissione, 2018).

Considerato il nuovo quadro normativo, l’UE non mira più all’eradicazione immediata di questa malattia ma alla sua prevenzione e controllo, a differenza di quanto disposto dalla precedente Direttiva 2000/75/CE e relative modalità operative come da Regolamento (CE) n. 1266/2007 che stabilivano misure volte all’eradicazione della BT, con l’istituzione di zone di restrizione attorno a ciascun focolaio (costituite rispettivamente da zone di protezione e sorveglianza) aventi un raggio di almeno 150 km in cui applicare rigide condizioni incluse strette limitazioni alle movimentazioni animali (Regolamento - 1266/2007; Direttiva 2000/75/CE, 2000).

L’attuale pacchetto di norme, che include il Regolamento di Esecuzione (UE) 2021/620, detta che gli Stati membri comunichino alla Commissione Europea (CE) i propri territori che hanno ottenuto lo status di indenne da malattia, nonché le zone per le quali, su base volontaria, viene presentato un programma di eradicazione, per le malattie elencate tra cui la BT (Regolamento di esecuzione - 2021/620), (figura 1).


Figura 1.Zone dell'Unione Europea, come stabilito dal Regolamento di Esecuzione (UE) 2021/620, dichiarate dagli Stati membri come aventi un programma di eradicazione in corso, con status di indenne, o per le quali gli Stati membri non hanno dichiarato lo status sanitario.

Secondo l'Allegato VIII al 02/08/2024 del suddetto regolamento, aggiornato a seguito della stagione 2024 come specificato nei successivi paragrafi, l'Italia ha dichiarato la Provincia Autonoma di Bolzano e Friuli-Venezia Giulia come zone indenni dall'infezione da BTV. La Valle d’Aosta non figura più tra le regioni indenni, in quanto nel settembre 2024 sono stati rilevati due focolai (sierotipo 8), con conseguente sospensione dello status di zona indenne.

Inoltre, non è stato presentato alcun programma di eradicazione da parte dell’Italia per questa malattia.

In conformità con quanto dettato dalla normativa europea e nazionale, il Ministero della Salute, di concerto con il Laboratorio Nazionale di Referenza per la Bluetongue, ha rilasciato degli orientamenti sulle misure di controllo e di gestione sul territorio nazionale e sulle attività di sorveglianza sierologica ed entomologica per la BT, per garantire un’uniformità operativa delle attività del Servizio Sanitario Nazionale.

Vista la complessa situazione epidemiologica sviluppatasi nei mesi estivi del 2024, a causa della circolazione virale del sierotipo 8 in Italia continentale, il 5 settembre del 2024 il Ministero della Salute ha ritenuto opportuno rilasciare, a sostegno delle linee di controllo precedentemente predisposte, la nota n. 26696/2024, che propone misure più restrittive a seguito della notifica di focolai quali:

  • Visite cliniche negli allevamenti ovini compresi entro un raggio di 20 km dal focolaio confermato, al fine di identificare l’area di circolazione virale, basandosi su una prevalenza attesa del 2% con livello di confidenza del 95%.
  • Blocco condizionato per le movimentazioni nei comuni in cui è stata attestata la circolazione virale e autorizzazione delle movimentazioni da vita dei capi esclusivamente a seguito di PCR negativa e trattamento con insetto-repellente nei 7 giorni antecedenti alla partenza. Per le grandi partite è ammesso la possibilità di testare un campione rappresentativo.

Storia della BT in Italia e in Europa dal 2010 al 2022

Dal 2010 al 2022, nel continente Europeo si è osservata una prosecuzione della circolazione virale della Bluetongue, nello specifico in quegli anni per i sierotipi BTV1, BTV3, BTV4, BTV8, come notificato in WAHIS dai rispettivi paesi coinvolti (Figura 1).

Nello stesso periodo, in Italia si sono registrate diverse ondate epidemiche, tra cui quella del 2013, attribuita a BTV-1 con 6012 focolai notificati, e quelle degli anni 2016, 2017 e 2021 attribuite a BTV-4, con un totale di 6820 focolai (fonte dati Sistema Informativo Malattie Animali-SIMAN).

Come già evidenziato, nel 2013 il sierotipo 1 è stato segnalato in Italia, in particolare prima in Sardegna, poi in Sicilia, e infine in Italia continentale. L’anno successivo invece, un ceppo del medesimo sierotipo è stato notificato in Corsica, Spagna e nella regione di Algarve in Portogallo (More et al., 2017; Niedbalski, W., 2015; Sailleau et al., 2015).

In Francia continentale, dopo 5 anni di silenzio epidemiologico, è stato rilevato nel 2015 il BTV-8 appartenente ad un ceppo strettamente correlato a quello individuato nella stessa nazione nell’ondata epidemica del 2006-2010 (Belbis et al., 2017; Kundlacz et al., 2019). La circolazione di tale ceppo di BTV-8 è rimasta costante dal 2015 al 2019, coinvolgendo, oltre la Francia anche la Svizzera. Nel 2020 si sono registrati ulteriori focolai di BTV-8 in Europa, nello specifico in Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna e Svizzera (Niedbalski, Wiesław, 2022).

Nel 2012 un ceppo di origine Nord Africana BTV-4 è stato rilevato in Sardegna (Lorusso et al., 2013b). Nel 2014, focolai da sierotipo 4 sono stati confermati in Grecia; a luglio dello stesso anno lo stesso ceppo di BTV-4 è stato rilevato prima a sud della Bulgaria, poi diffusosi nel resto del paese e nei Balcani, in particolare in Croazia, Romania e Slovenia, e poi successivamente nel Sud Italia, Corsica e Francia continentale. Nello stesso anno è stato rilevato in Spagna e Portogallo un altro ceppo di BTV-4, di origine Nord Africana(De Diego et al., 2014). Tra il 2016 e il 2017, in Francia continentale e in Corsica ha circolato il sierotipo 4, identificato in precedenza. Nel 2020 lo stesso ceppo di BTV-4, responsabile dei focolai del 2014, si è ripresentato in Grecia, Macedonia del Nord, Romania, Bulgaria e Croazia (Niedbalski, Wiesław, 2022; Romero-Trancón et al., 2025).

BT in Italia e in Europa dal 2023

A partire dal 2023, l’intera area europea è stata caratterizzata dalla comparsa del sierotipo 3 e del sierotipo 8.

Il BTV-3 è stato notificato in Europa all'inizio di settembre 2023 prima nei Paesi Bassi, seguiti dal Belgio e dalla Germania rispettivamente a fine settembre e ottobre, e successivamente rilevato nel Regno Unito a fine novembre 2023. Un ceppo dello stesso sierotipo è stato notificato in WAHIS non solo in Austria, Danimarca, Francia, ma anche in Grecia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera. A causa della presenza del virus, l’intero territorio o le zone delle nazioni dichiarate indenni ai sensi del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/620 e interessate dalla circolazione virale, hanno perso il loro status.

In Italia, il BTV-3 era stato identificato per la prima volta nel 2017 in Sicilia occidentale, poi rilevato in Sardegna a partire dal 2018, con epidemie caratterizzate da circolazione virale circoscritta e pochi casi clinici. Da luglio 2024, si è verificata una recrudescenza della circolazione virale nelle aree storicamente colpite dell’isola con un’aumentata area di diffusione. Inoltre, nella seconda metà del 2024 è stata notificata la presenza del BTV-3 anche in Italia continentale: il 22 ottobre è stata comunicata la prima positività in bovini appartenenti a un’azienda situata nella provincia autonoma di Trento. Successivamente, le positività sono state riscontrate anche in altre regioni, sia in capi importati (in Emilia-Romagna, Lombardia, e Sicilia), che in animali nati ed allevati in Italia (in Lazio, Toscana, Calabria, e Sicilia). È importante sottolineare che il BTV-3 che ha circolato, e che continua a circolare, nelle isole italiane è di origine nordafricana e si distingue da quello attualmente presente in Europa. Al contrario, sono ancora in corso studi per chiarire l’origine del BTV-3 presente nell’Italia continentale.

I recenti focolai da BTV-3 in Europa, suggeriscono un aumentata virulenza dei ceppi circolanti a seguito dei gravi segni clinici e la rapida diffusione.

In Francia è comparso nel 2023 un nuovo ceppo di BTV-8, probabilmente di origine nordafricana, individuato come responsabile dei casi clinici che si sono manifestati nel territorio nazionale, diverso da quello della precedente epidemia del 2015 (Gondard et al., 2024). A livello europeo, anche nel corso del 2024 sono stati notificati numerosi focolai di BT da sierotipo 8 a partire dalla Francia, poi in Grecia, Portogallo e Svizzera, con focolai clinici in bovini e ovini.

Un ceppo di BTV-8 caratterizzato da un’elevata omologia con il nuovo ceppo francese, rilevato in Corsica e nella Francia meridionale, è stato identificato anche in Sardegna (WAHIS); sono stati segnalati alcuni focolai causati da questo ceppo di BTV-8 già nel 2023 e nei primi mesi dell'anno 2024, mentre a partire da luglio 2024 si è osservata una netta recrudescenza della malattia, con una rapida diffusione che ha interessato progressivamente l'intero territorio regionale. Il 26 luglio, ci sono stati i primi sospetti di circolazione anche in Italia peninsulare, in particolare in Piemonte, a seguito dell’insorgenza di focolai clinici nella specie bovina e ovina. Solamente un mese dopo, ad agosto 2024, il numero delle regioni colpite dall’infezione per il BTV-8 è passato da due a sei. Anche la Valle D’Aosta, indenne all’entrata in vigore dell’AHL, ha notificato il BTV-8 nella specie bovina, comportando la conseguente sospensione dello stato di indennità. Complessivamente a fine 2024 le regioni colpite sono state 16 (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Valle D'Aosta, Veneto).

Nell'ottobre 2024, il BTV-12 è stato rilevato per la prima volta nei Paesi Bassi, rappresentando un evento significativo poiché questo sierotipo non era mai stato segnalato in Europa.

La figura 2, riportata nella sezione relativa all’aggiornamento epidemiologico europeo, mostra il dettaglio della circolazione virale nel tempo.


Figura 2a.Focolai per anno e per sierotipo dal 2010 al 2024 nel continente Europeo (fonte dati: World Animal Health Information System- WAHIS).

Conclusioni

Il mutato scenario epidemiologico della Bluetongue su scala europea è verosimilmente il risultato dell’impatto causato dall’emergenza climatica sull’ambiente e le sue componenti, così come per altre malattie a trasmissione vettoriale (quali Crimean-Congo Hemorrhagic Fever, encefalite virale da zecche, malattia emorragica del cervo e malattia di West Nile) che si sono diffuse nelle zone temperate anche a causa del surriscaldamento globale. L’aumento delle temperature favorisce infatti la l’aumento della durata della stagione vettoriale e, conseguentemente, anche della capacità dei vettori infetti di superare l’inverno, in alcune aree. L’endemizzazione della malattia è resa possibile dal cosiddetto fenomeno di “overwintering” o svernamento, che favorisce la ri-emergenza precoce dell’infezione in primavera.

Inoltre, il nuovo quadro normativo ha sicuramente contribuito a determinare l’attuale situazione epidemiologica, esentando i paesi dell’Unione Europea dall’adozione di una strategia stringente come quella precedentemente in atto, volta all’eradicazione della malattia.

In un contesto cosi dinamico dal punto di vista epidemiologico, i pilastri per la lotta e il controllo della Bluetongue rimangono saldi:

  • La sorveglianza ,che, se ben condotta, consente di rilevare precocemente la presenza di circolazione virale in un territorio, prevenirne la diffusione e applicare le misure di lotta più idonee..
  • Il controllo delle movimentazioni delle specie suscettibili permette di ridurre a livelli accettabili il rischio di diffusione della malattia sul lungo raggio.
  • Soprattutto la vaccinazione, quando si parla di controllo, rimane la misura di profilassi più efficace da mettere in campo per salvaguardare le specie suscettibili mentre per l’eradicazione di uno specifico sierotipo è necessario somministrare il presidio immunizzante al 95% della popolazione per almeno 5 anni consecutivi (Miranda et al., 2017).

Per i sierotipi attualmente circolanti in Europa sono disponibili vaccini commerciali ed alcuni paesi hanno già avviato campagne di immunizzazione.

La pianificazione di una campagna di vaccinazione può contemplare diverse finalità, sia di protezione delle specie suscettibili dalle forme cliniche sia per facilitare le movimentazioni tra territori di diverso status, ma in ogni caso devono essere sempre considerati i costi in termini di manodopera ed approvvigionamento dei presidi.

La Bluetongue rappresenta un paradigma non solo per gli effetti del cambiamento climatico sulla creazione di ambienti idonei per la moltiplicazione vettoriale ma anche per l’impatto che fattori quali densità, distribuzione geografica e movimentazione delle popolazioni animali hanno sulla diffusione delle malattie infettive.

Ringraziamenti

Si ringraziano le Dott.sse Francesca Dall’Acqua e Valentina Zenobio per la disponibilità dimostrata e per il supporto fornito. Un ringraziamento particolare va alla Dott.ssa Francesca Dall’Acqua per l’attento contributo offerto nella revisione critica e nella valorizzazione dei contenuti dell’articolo.

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Daria Di Sabatino, Marta Cresci
Centro Operativo Veterinario per l'Epidemiologia, Programmazione, Informazione e Analisi del Rischio (COVEPI).
Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”

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