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La lotta alla Brucellosi nel contesto
One Health 

La conferenza dedicata alla brucellosi e intitolata “Brucellosis 2022 International Research Conference”, è stata organizzata dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise - Teramo, su mandato dell'International Brucellosis Society, e si è tenuta a Giulianova, Teramo dal 16 al 19 settembre 2022. L’evento ha riunito esperti internazionali nel campo della brucellosi, rappresentando un momento fondamentale per la condivisione di conoscenze, esperienze e prospettive future su questa importante malattia.

Nonostante siano passati più di 170 anni da quando la malattia fu descritta per la prima volta a Malta, la brucellosi rappresenta tuttora un problema per molti Paesi, sia per la salute umana che per quella animale, con importanti ripercussioni sulle produzioni zootecniche in diverse aree del pianeta. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (WOAH), dei 182 Paesi che ne sono membri, Brucella abortus è attualmente ancora segnalata in 87 Paesi, B. melitensis in 67 e B. suis in 28 (Figura 1).


Brucella abortus


Brucella melitensis


Brucella suis


Figura 1. Paesi che hanno segnalato la Brucellosi alla WOAH almeno una volta nel periodo 2005-2019 (WOAHWAHIS)

In particolare alcune aree dell’Africa, Asia, Medio Oriente e paesi del Mediterraneo restano ancora endemiche e con un alto tasso di infezione. La valutazione della situazione mondiale, l’emergere di nuovi ceppi e le strategie di contenimento ed eradicazione della malattia sono stati i principali argomenti al centro dei quattro giorni di congresso, durante i quali oltre 280 esperti, scienziati e ricercatori hanno discusso e condiviso assieme, conoscenze e studi sui fattori che influenzano l'insorgenza e la diffusione delle varie specie di Brucella nelle varie popolazioni animali e nell’uomo. L’approccio One Health ha caratterizzato la discussione, con una collaborazione dinamica e complementare tra tutte le parti coinvolte: dalla salute degli animali alla salute umana, dagli allevatori all'industria alimentare fino agli enti regolatori.

Il genere Brucella rappresenta un problema attuale anche nel campo della ricerca avanzata. Negli ultimi 20 anni sono stati scoperti nuovi ceppi a diffusione ambientale. Questi si aggiungono alle tre specie di Brucella più comunemente isolate, che rappresentano anche le cause più comuni di brucellosi umana e diffuse in tutto il mondo nel corso dei secoli attraverso le movimentazioni animali: Brucella melitensis, B. abortus e alcune biovar di B. suis. Tuttavia, il genere Brucella è molto più ampio e, negli ultimi 25 anni, è rapidamente passato da 6 a 12 specie riconosciute, con diverse altre varianti ancora non ufficialmente assegnate. Le nuove varianti sono state isolate nell’uomo, altri mammiferi e, più recentemente, pesci, anfibi e rettili. Ceppi presenti da tempo nell’ambiente, ma che solo ora, grazie a tecniche microbiologiche più avanzate e al sequenziamento del genoma batterico, sono stati identificati e sono all’attenzione dei ricercatori, anche allo scopo di valutarne l’eventuale pericolosità per l’uomo.

La sequenza completa del genoma ha mostrato che il genere può essere diviso in due gruppi distinti: Brucella 'classica', che include i principali ceppi zoonotici, e Brucella 'atipica', che contiene molti dei nuovi isolati. I ceppi atipici si distinguono fenotipicamente da quelli classici in quanto mostrano rapida crescita, motilità, un O-antigene chimicamente e antigenicamente distinto e capacità metaboliche uniche.

Un altro aspetto cruciale emerso nel corso della conferenza è quello delle nuove sfide emergenti, costituite in parte dal riscaldamento globale, che sembra avere un effetto sulla distribuzione degli ospiti recettivi, ma anche dalla “intensificazione” dell’allevamento animale, con progressivo incremento del numero di grandi mandrie e fattorie, creando condizioni epidemiologiche particolarmente difficili per la lotta a questa malattia. 

Un altro aspetto dibattuto durante la conferenza è quello della malattia nelle popolazioni di animali selvatici e le interazioni tra la fauna selvatica e gli animali allevati, con la conseguente difficoltà nella corretta applicazione delle necessarie misure di controllo. 

Naturalmente, poi, quella dei vaccini animali rappresenta una sfida forse ancora più complessa, sia dal punto di vista scientifico che socioeconomico. Mentre la ricerca sta avanzando verso la creazione di nuovi vaccini, questo sforzo potrebbe essere insufficiente se i programmi vaccinali non riusciranno a raggiungere e coinvolgere tutte le parti interessate, dagli allevatori alle istituzioni veterinarie. 

Anche i molteplici aspetti legati all’infezione umana sono stati protagonisti di “Brucellosis 2022”. È un aspetto critico, considerando che, sebbene sia stata eradicata con successo negli animali in alcuni Paesi (Figura 1), la brucellosi umana è sempre più presente in tutto il sud-est asiatico e l'est asiatico, mentre è riemersa nel nord e nell'est dell’Africa. Inoltre, sia in Europa occidentale che in Nord America (ma recentemente anche in Europa), la crescente diffusione delle infezioni canine causate da Brucella canis rappresenta un pericolo ancora da definire in termini di impatto per la salute umana (Figura 2). Dal congresso di Giulianova c’è quindi stato un forte richiamo a considerare formalmente la brucellosi umana come una malattia ancora trascurata.


Figura 2. Ubicazione e risultati delle indagini sierologiche per il rilevamento di anticorpi contro B. canis registrate nella letteratura scientifica internazionale. Ogni punto rappresenta uno studio pubblicato; il colore del punto rappresenta la fonte identificata (Hensel et al., 2018)

Uno sguardo d’insieme ai risultati della conferenza, alle relazioni e ai poster presentati (De Massis et al., 2022), restituisce l’immagine di uno sforzo globale nella lotta alla Brucellosi che dovrà sempre più essere improntato al concetto di One Health. La consapevolezza delle modalità di controllo ed eradicazione della malattia, la sensibilizzazione e il coinvolgimento degli stakeholder, la fiducia degli allevatori, sono tutti problemi ancora irrisolti in molte aree del pianeta dove la malattia è endemica, e dove le debolezze infrastrutturali, spesso accentuate da geografia, clima o situazioni di conflitto, richiedono approcci fortemente personalizzati. È quindi necessario costruire capacità realistiche, creando laboratori di riferimento in aree critiche e attuando progressivamente misure adatte alla specifica zona, che non siano direttamente e acriticamente trasferite dai cosiddetti paesi avanzati.



Bibliografia

  1. De Massis F, O’Callaghan D, Arenas A, Elzer P, and Hagius S (Eds). Proceedings of the Brucellosis 2022 International Research Conference. Edizioni IZSTe-press - Digital Publishing
  2. Hensel, M. E., Negron M., & Arenas-Gamboa A. M. (2018). Brucellosis in Dogs and Public Health Risk. Emerging Infectious Diseases, 24(8), 1401-1406
  3. WOAH WAHIS.

De Massis  F. *, Pediconi O. , Tittarellli M., D'Alterio N. 
Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”
*Referente: f.demassis@izs.it

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