La Febbre della Rift Valley: rischio basso ma l'UE resti vigile

 

 

L'Unione Europea non è a rischio imminente di febbre della Rift Valley ma gli sviluppi nei Paesi limitrofi dovrebbero indurre le autorità dell'UE e gli Stati membri a incrementare, migliorare e armonizzare le proprie capacità di sorveglianza e risposta, nonché le proprie competenze scientifiche e tecniche, per essere meglio preparati all'ingresso della malattia.

 

L'UE dovrebbe inoltre continuare a collaborare strettamente con i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente per valutare l’eventualità che la febbre della Rift Valley si diffonda dalle zone attualmente infette e per monitorare l'evoluzione delle epidemie in altri Paesi.

 

Sono queste le principali raccomandazioni di un parere scientifico dell'EFSA sul rischio di introduzione della febbre della Rift Valley in Europa.

 

Il rischio complessivo di introduzione della malattia nell'UE tramite il trasporto di animali infetti è considerato molto basso, date le rigide politiche sulle importazioni di animali. Anche il rischio di introduzione tramite movimenti di insetti vettori infetti è molto basso, anche in quei Paesi aventi collegamenti aerei e marittimi con le zone infette.

 

 

 

Fonte: EFSA

 
 
 

CENTRO DI REFERENZA NAZIONALE PER L'EPIDEMIOLOGIA VETERINARIA, LA PROGRAMMAZIONE, L'INFORMAZIONE E L'ANALISI DEL RISCHIO (COVEPI)
Daniela Morelli

Centro di Referenza Nazionale Analisi del Rischio
Armando Giovannini

Epidemiologia
Paolo Calistri

Statistica e GIS
Annamaria Conte

REDAZIONE

Coordinamento
Simona Iannetti
Francesca Dall'Acqua

e-mail benv@izs.it

fax +39 0861 332251

Cookie Policy

 

Comitato editoriale
Barbara Alessandrini, Annamaria Conte, Fabrizio De Massis, Armando Giovannini, Paolo Calistri, Federica Monaco, Giovanni Savini

Progetto grafico
Alessandro De Luca

Web master
Sandro Santarelli

Logo IZSAM