Il CeMedForVEt standardizza le analisi del DNA dell’animale predatore e l’accertamento genetico della specie

 

 

L’Amnvi oggi ha pubblicato un articolo sulle attività di standardizzazione dei metodi e le responsabilità di coordinamento del Centro di Referenza Nazionale di Medicina Forense Veterinaria, presso la sezione di Grosseto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, in base a quanto reso noto dal Ministero della Salute in una nota della Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Ufficio 6 Tutela del benessere animale, igiene zootecnica e igiene urbana veterinaria.

 

Il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense (CeMedForVet), armonizzerà le metodiche e i protocolli di laboratorio per dare una lettura univoca agli accertamenti correlati ai fenomeni di predazione sul bestiame e alla perdita dell’identità genetica del lupo. Si tratta, in particolare, di identificare il predatore, mediante l’analisi del DNA estratto dalla saliva lasciata sulle lesioni da morso intra-vitam sul bestiame attaccato, e di accertare, nel caso di ritrovamento esemplari di canidi vivi o morti fenotipicamente simili al lupo, se si tratta di un lupo, un cane o un meticcio lupo x cane.

 

Regioni, Istituti Zooprofilattici e Asl potranno fare riferimento al CeMedForVet per monitorare questi fenomeni che stanno facendo lievitare le richieste di accertamento di laboratorio e che stanno causando “un notevole allarme” - scrive il Ministero della Salute - tra gli amministratori del territorio, gli allevatori, nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica.

 

Il CeMedForVet avvierà un processo di condivisione, armonizzazione e omogeneità di espressione dei risultati che siano in grado di coprire le necessità dell’intero territorio nazionale.


In questo modo la rete degli Istituti Zooprofilattici sarà pronta, in breve tempo, ad erogare alle amministrazioni competenti e agli allevatori, tramite i servizi veterinari ASL, un servizio diagnostico di elevato livello. La raccolta di queste informazioni consentirà di individuare le scelte gestionali più opportune per attenuare questi fenomeni critici.

 

Il contesto- Negli ultimi anni c’è stato un costante aumento della popolazione di lupo (Canis lupus) sul territorio nazionale e la sua distribuzione più recente ha interessato aree nelle quali era precedentemente scomparso e dove, di conseguenza, negli ultimi decenni si è selezionato una tipologia di allevamento brado ovino e bovino particolarmente vulnerabile e predisposto a continui attacchi predatori.

A questo problema si è aggiunto anche quello dell’accoppiamento di esemplari di lupo con esemplari di cane domestico (Canis lupus familiaris) liberi di vagare, che sta mettendo in pericolo l’identità genetica del lupo, specie protetta da leggi nazionali ed internazionali. La prole derivante da questi accoppiamenti genera meticci lupo x cane fertili, in grado di trasferire stabilmente geni domestici nella popolazione selvatica di lupo, con conseguente perdita della sua identità genetica.

 

 

NOTA_DNA_ANIMALI_PREDATORI.pdf482.51 KB

 

Fonte AmnviOggi

 
 
 

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