La  malattia emorragica epizootica dei cervi, un anno dopo 
Introduzione
La malattia  emorragica epizootica dei cervi (Epizootic haemorragic disease – EHD) è una  malattia infettiva non contagiosa trasmessa da insetti vettori, che colpisce  sia i ruminanti domestici che selvatici. L’agente eziologico è un virus  appartenente alla famiglia Sedoreoviridae e al genere Orbivirus, genere  al quale appartiene anche il virus responsabile della febbre catarrale degli  ovini o bluetongue (BT), a cui il virus dell’EHD (EHDV) è strettamente  correlato (Savini et al., 2011).
  
  I sierotipi  attualmente noti di EHDV sono 7, ovvero 1,2 e 4-8 (EFSA, 2009). 
  
  Gli insetti implicati  nella trasmissione dell’EHDV appartengono a diverse specie del genere Culicoides,  molto probabilmente le stesse responsabili della diffusione di BT. È possibile,  pertanto, che i meccanismi alla base dell’interazione vettore-virus, l’ecologia, la stagionalità e il  controllo del vettore stesso siano i medesimi per le due malattie (Savini et al., 2011; Quaglia et al., 2023). 
  
  La malattia è  stata descritta per la prima volta nel 1955 nello stato del New Jersey (USA), dove  causò un’epizoozia nei cervi dalla coda bianca (Odocoileus virginianus) (Shope et al., 1955). Questa specie è quella che manifesta una maggiore  mortalità e morbilità, mentre nei bovini l’infezione è solitamente asintomatica/paucisintomatica  (Savini et al., 2011). Alcuni studi sperimentali e indagini  epidemiologiche hanno riportato tra le specie suscettibili anche le capre, le  pecore, diverse specie di cervidi, gli stambecchi, gli yak, il bisonte americano,  ma anche i camelidi, con sintomi e rilievi anatomo-patologici diversi per  gravità (Avelino de Souza Santos et al., 2023; WOAH, 2019; Spedicato et  al., 2023). 
  
  Nei cervi dalla  coda bianca l’EHD può determinare una sintomatologia (per)acuta con debolezza,  inappetenza, scialorrea, edema ed iperemia delle congiuntive e delle mucose  orali, erosioni ed ulcere del musello, del palato duro e della lingua e  cercinocoronite con zoppia e distacco della parete. I bovini, quando  clinicamente affetti, possono presentare febbre, iperemia ed erosioni della  mucosa orale, scialorrea, iperemia e ulcere del musello, cianosi ed edema della  lingua, iperemia della congiuntiva, effusioni emorragiche dei capezzoli. La  morte è un evento raro (Savini et al., 2011; WOAH, 2019). 
  
  L’EHD, inoltre, può  essere responsabile di importanti perdite economiche associate a casi di  aborto, infertilità e diminuzione della produzione lattea, oltre che ad un  aumento delle spese veterinarie (Savini et al., 2011; Yadin et al., 2008;  Kedmi et al., 2010). 
  
Epidemiologia
La malattia  emorragica epizootica dei cervi è endemica in alcune regioni del Nord America, in  Australia e in alcuni paesi del Medio Oriente e del continente africano, ma la  sua presenza è stata segnalata anche in sud America e Asia (Jiménez-Cabello et  al., 2023). 
  
  A settembre 2021  la circolazione virale è stata confermata in Tunisia, Paese in cui focolai di  EHDV erano già stati riportati nel 2006 (Sghaier et al., 2022). Sghaier  e colleghi, grazie a tecniche di sequenziamento genomico, hanno identificato il  sierotipo 8 come responsabile dei focolai di EHD del 2021. 
  
  L’EHD è presente  da ottobre 2022 anche in Europa (fig. 1). La malattia è stata sospettata per la  prima volta in Italia in un’azienda in provincia di Trapani, Sicilia, dove 3  bovini presentavano distress respiratorio, erosioni della mucosa orale e del  musello e scialorrea. Pochi giorni dopo, in un allevamento nel comune di Arbus,  nella provincia del Sud Sardegna, in Sardegna, alcuni capi bovini hanno  manifestato inappetenza, cianosi e edema della lingua, congiuntivite e febbre,  ed alcuni animali sono deceduti. La positività a EHDV è stata confermata  dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, che ha  identificato come responsabile dell’infezione il sierotipo 8 dell’EHDV  (EHDV-8). La genotipizzazione del ceppo ha evidenziato la quasi completa similitudine  (>99,9%) con il ceppo circolante in Tunisia dal 2021, l’EHDV-8 TUN 2021 (Lorusso et al., 2023), corroborando l’ipotesi di un’origine nord-africana del  virus, verosimilmente tramite l’arrivo di Culicoides infetti mediante tempeste di sabbia. 

Figura 1. Focolai sostenuti da EHD in Tunisia e in Europa, 2021-2023 Fonte: WAHIS, ADIS
Sempre a  novembre 2022 è stata riscontrata la presenza del virus EHDV-8 anche a Cadiz e  Seviglia, in Andalusia, in Spagna (WAHIS).
  
  La nuova  stagione vettoriale per l’anno 2023, tra la tarda estate e l’autunno (WOAH,  2021), ha portato ad una nuova diffusione della malattia. 
  
  In Spagna il  virus è riuscito a “svernare” (overwintering) e pertanto nuovi casi sono stati  confermati a partire da luglio 2023, fino al coinvolgimento, a ottobre 2023, dell’intero  territorio nazionale (ADIS). Il Ministero dell’Agricoltura spagnolo ha  riportato che, in questi focolai, solo i bovini manifestavano segni clinici mentre  capre e pecore risultavano asintomatiche. Dall’inizio dell’epidemia al 17  gennaio 2024, in Spagna, sono stati confermati dal Ministerio de Agricultura, Pesca  y Alimentación, 278 focolai di EHD (Ministerio de Agricultura, Pesca y  Alimentación, 2024). Il Portogallo ha confermato la prima circolazione del  virus a luglio 2023, nella regione meridionale di Alentejo (Oltretago),  confinante con le regioni del sud della Spagna, Andalusia e Estremadura. Successivamente  la circolazione virale ha interessato l’intero territorio nazionale con un  aumento progressivo del numero di casi diagnosticati e delle aree di territorio  in restrizione. All’ 8 gennaio 2024, sono 349 i focolai notificati in  Portogallo dalla Direção-Geral da Alimentação e Veterinária (Direção-Geral da  Alimentação e Veterinária, 2024). In Francia, nel settembre 2023, sono stati  confermati i primi tre focolai in aziende situate al confine sud-occidentale con  la Spagna. All’18 gennaio 2024, il numero di focolai confermati nel sud-ovest  della Francia, risulta 3764, in riferimento ai dati riportati dal Ministère De  L'agriculture et De La Souveraineté Alimentaire (Ministère de l’agriculture et  de la souveraineté alimentaire, 2024).
  
  L’ultimo  focolaio nelle specie domestiche, in particolare bovini, in Italia è stato  confermato a marzo 2023, in Sardegna, nella provincia del Sud Sardegna, in  seguito ad una positività in PCR, probabilmente da ascrivere ad un’infezione contratta  nella precedente stagione vettoriale. Il focolaio in questione è stato estinto  a maggio 2023. Nello 2024, per i selvatici, è stato confermato in Sardegna,  nella provincia di Cagliari, un focolaio di malattia emorragica epizootica dei  cervi in seguito alla positività riscontrata in un daino nel mese di gennaio.
  A gennaio 2024,  a partire dalla data di prima incursione del virus sul territorio nazionale  sono stati confermati 12 focolai con un numero complessivo di casi pari a: 42  bovini, 67 ovini, 1 cervo sardo e 2 daini. In Italia la morbilità e la letalità  registrate sono rispettivamente del 14,09% e del 12,61%, ma è importante  considerare la presenza di importanti variazioni nelle diverse aziende.
  
  Ad ottobre 2023  la Svizzera ha notificato un sospetto di EHD, a seguito del rilievo di sintomi  riconducibili all’infezione in un vitello, nel cantone di Berna e in una bovina  in una stalla del Canton Giura. Tuttavia, le successive analisi effettuate dal  laboratorio di riferimento dell’Organizzazione mondiale della salute animale  (WOAH) in Francia (ANSES, Maison-Alfort) sui campioni di sangue prelevati dai  due animali sono risultate negative, con conseguente revoca del sospetto. 
  
Aggiornamenti normativi
L’EHD è presente  nell’Allegato II del Regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento Europeo e del  Consiglio, conosciuto come “Animal Health Law” (AHL), ciò significa che sottostà  alle norme circa la prevenzione e il controllo della malattia, contenute in  tale complesso normativo. 
  La malattia è  stata inclusa, in quanto soddisfa i requisiti elencati nell’articolo 5 dell’AHL,  e nello specifico:
- Tutti i seguenti criteri:
 - I dati scientifici indicano che la malattia è trasmissibile
 - le specie sono sensibili alla malattia o i vettori e i serbatoi della malattia sono presenti nell'Unione
 - la malattia ha effetti negativi sulla salute degli animali, o presenta un rischio per la salute pubblica a causa del suo carattere zoonotico
 - sono disponibili strumenti diagnostici per la malattia, e
 - le misure di riduzione dei rischi e, se del caso, di sorveglianza della malattia, sono efficaci e proporzionate ai rischi presentati dalla malattia nell'Unione, e
 - almeno uno di quelli elencati nell’articolo 5, comma 3, lettera b), ovvero, specificatamente per l’EHD:
 - la malattia ha o può avere effetti negativi rilevanti sulla salute degli animali nell'Unione […]
 - a malattia ha o può avere rilevanti ripercussioni economiche negative sulla produzione agricola […] dell'Unione
 - la malattia ha o potrebbe avere ripercussioni negative rilevanti sull'ambiente, compreso sulla biodiversità, dell'Unione.
 
Inoltre, secondo il Regolamento di Esecuzione (UE) 2018/1882 della Commissione che categorizza le malattie elencate nell’AHL, la malattia emorragica epizootica dei cervi è indicata come D+E, questo significa che come:
- malattia di categoria D sono necessarie misure per evitarne la diffusione a causa del suo ingresso nell'Unione o dei movimenti tra Stati membri
 - malattia di categoria E è necessaria la sorveglianza all’interno dell’Unione.
 
Le norme relative a queste categorie di malattie sono enumerate all’articolo 9 del regolamento (UE) 429/2016 e, per l’EHD, riguardano le seguenti famiglie suscettibili:
- Antilocapridae
 - Bovidae
 - Camelidae
 - Cervidae
 - Giraffidae
 - Moschidae
 - Tragulidae.
 
Le specie vettori elencate sono invece i Culicoides spp..
- La malattia emorragica epizootica dei cervi è elencata anche dalla World Organisation for Animal Health (WOAH) dal maggio 2008 (WOAH, 2019) e i criteri di inclusione sono i seguenti: è stata dimostrata la diffusione internazionale dell'agente patogeno (attraverso animali vivi o loro prodotti, vettori o fomiti)
 - almeno un paese ha dimostrato l'assenza o l'imminente assenza della malattia, dell'infezione o dell'infestazione nelle popolazioni di animali sensibili
 - esistono mezzi affidabili di rilevamento e diagnosi e una definizione precisa dei casi per identificarli chiaramente e distinguerli da altre malattie, infezioni o infestazioni
 - è stato dimostrato che la malattia ha un impatto significativo sulla salute degli animali domestici a livello di un paese o di una zona, tenendo conto della comparsa e della gravità dei segni clinici, comprese le perdite dirette di produzione e la mortalità
 - è stato dimostrato che la malattia ha un impatto significativo sulla salute della fauna selvatica, o le prove scientifiche indicano che lo avrebbe, tenendo conto dell'insorgenza e della gravità dei segni clinici, comprese le perdite economiche dirette e la mortalità, e qualsiasi minaccia alla vitalità di una popolazione di fauna selvatica.
 - i capi provengono da stabilimenti protetti, in cui hanno sostato per almeno 60 giorni, oppure 28 giorni con test sierologico negativo o 14 giorni con PCR il cui esito è favorevole
 - i capi provengono da territori considerati stagionalmente liberi da almeno 60 giorni, oppure da 28 giorni con test sierologico negativo o da 14 giorni con PCR il cui esito è favorevole
 - l’autorità competente dello stato membro di destinazione, in deroga, può autorizzare movimentazioni che non soddisfano nessun requisito, previa comunicazione alla Commissione e agli altri stati membri.
 
Considerata  l’evoluzione epidemiologica della malattia, il Regolamento Delegato (UE) 2023/2515  della Commissione ha apportato delle modifiche al precedente. Il Regolamento  Delegato (UE) 2020/688 della Commissione autorizzava solo le movimentazioni al  di fuori di un raggio di almeno 150 km dai punti in cui nei precedenti due anni  si è verificato un focolaio di EHD, mentre attualmente sono stati introdotti,  anche per questa malattia i concetti di “territorio stagionalmente indenne” e  “stabilimenti protetti” come per la BT. 
    
    L’attuale norma  in vigore detta nuove condizioni che rendono possibile la movimentazione di animali  delle specie sensibili, anche se provenienti da stabilimenti compresi in un  raggio di 150 km da allevamenti in cui sono stati segnalati animali detenuti  infetti nei due anni precedenti, infatti sono concesse nel caso in cui:
Bibliografia
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Marta Cresci*, Massimo Spedicato, Valentina Zenobio
  Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”
  Centro  Operativo Veterinario per l'Epidemiologia, Programmazione, Informazione e  Analisi del Rischio  
 *Referente: m.cresci@izs.it