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e-ISSN 1828-1427

 

Rivista trimestrale di Sanità Pubblica Veterinaria edita dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’

A quarterly journal devoted to veterinary public health, veterinary science and medicine published by the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’ in Teramo, Italy


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2010 - Volume 46 (3), Luglio-Settembre
   
 
a cura di Manuel Graziani  

La professione medico veterinaria
Autori Vari

375
       

La professione medico veterinaria, con l’opportuno sottotitolo “Condizioni e prospettive nei primi dieci anni di attività”, arriva a cinque anni di distanza da quel Libro Bianco sulla professione veterinaria che aveva già messo in evidenza limiti e difficoltà di questo lavoro. Il volume curato da Nomisma per conto della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI), è il risultato di un’indagine che ha coinvolto 810 giovani medici veterinari ai quali è stato somministrato un questionario complesso a risposta semichiusa.

La scelta di avere come target i giovani professionisti iscritti all’Ordine negli ultimi 10 anni è stata scientemente operata per identificare in nuce le possibili fragilità del percorso formativo e le criticità del mercato del lavoro che possono compromettere il futuro della professione e, in prospettiva, le nuove possibilità d’impiego.

In Italia operano 27.537 medici veterinari (46 ogni 100.000 abitanti), un numero che già oggi sembra essere non equilibrato rispetto alle esigenze reali e che nei prossimi anni pare destinato a salire ulteriormente. I professionisti iscritti all’Ordine da non più di 10 anni superano il 40%; ancora più eclatante è che negli ultimi 5 anni si siano iscritte soprattutto donne (63 ogni 100 nuovi professionisti). Lo sbocco occupazionale prevalente è la libera professione, esercitata dal 71,8%, che rappresenta di solito una scelta obbligata ed è spesso l’unica strada percorribile, come mostra il significativo 56,6% che ha dichiarato di averla scelta per mancanza di altri sbocchi. L’indagine ha evidenziato la convinzione di una futura trasformazione della professione tale da richiedere una riforma dei modelli didattici universitari. I problemi della formazione universitaria in Italia riguardano soprattutto l’insufficiente spazio dedicato all’esperienza clinico-pratica (53,6%), l’elevato numero di facoltà (44,8%) e l’eccessivo numero di studenti (39,5%). Il presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, ha sottolineto che: “i risultati della ricerca indicano con estrema chiarezza che nel contesto attuale i giovani si trovano sempre più schiacciati da mercati ormai chiusi e statici. Per tracciare una strada c'è un solo modo: valorizzare la formazione e la competenza, che sono la migliore garanzia per i cittadini”.


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