Al Festival dei Vizi e delle Virtù per parlare di PLASTICA

 

 

Il 26 e 27 settembre, l’Associazione “Chorocarioca” organizza due giornate dedicate all’arte e non solo, attraverso il Festival dei Vizi e delle Virtù, che si svolgerà nelle due location teramane di Piazza S. Anna e dei Giardini Pannella (giardini della Provincia di Teramo).

 

Oltre 20 sono gli appuntamenti programmati e rivolti alla cittadinanza, dedicati all’arte, alla musica e all’enologia; non mancheranno momenti di riflessione e di approfondimento, come l’evento di sabato 26 alle ore 12.00, presso i Giardini Pannella, “Io sono ambiente – plastic free” , che vedrà impegnato direttamente l’Istituto Zooprofilattico: il tema affrontato sarà quello della “Plastica”.

 

Due gli approfondimenti: le iniziative adottate dall’Istituto per ridurre l’utilizzo della plastica usa e getta e i progetti di ricerca dell’Ente sulla plastica nell’ambiente marino; a parlarne saranno i due esperti Luca Di Tommaso, Dirigente responsabile del Reparto Risorse Umane e Nicola Ferri, Dirigente Responsabile del Laboratorio Igiene, Biologia, Tossicologia Ambientale (LIBITA).  

Nell’agosto del 2018 il Ministero dell’Ambiente, in linea con la strategia dell’Unione Europea, ha lanciato la campagna Plastic Free finalizzata a promuovere uno stile di vita “senza plastica” a partire dal cambiamento nelle abitudini quotidiane come l’eliminazione di piatti, stoviglie e bicchieri monouso: alla campagna ministeriale ha aderito anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise.

 

Il Progetto “PLASTIC FREE” dell’IZSAM prevede l’eliminazione delle bottiglie di plastica dai distributori di bevande, l’istallazione di impianti per la microfiltrazione e demineralizzazione dell’acqua di rete, la sostituzione nei distributori di bevande calde dei bicchieri in plastica con quelli di carta e dei distributori di alimenti con impianti ecosostenibili che garantiscano la salubrità dei prodotti e l’uso di imballaggi biodegradabili. In programma anche uno studio per la sostituzione dei prodotti “usa e getta” da laboratorio con materiali riutilizzabili e la sensibilizzazione delle aziende fornitrici all’utilizzo di imballaggi riciclabili.

 

La plastica”, ci spiega Di Tommaso, “è uno dei simboli del mondo contemporaneo: tanto decisiva nell’evoluzione della società industriale, quanto devastante per le gravi ricadute ambientali derivanti dal suo utilizzo massivo. L’Istituto, dal marzo dello scorso anno, attraverso il Progetto Plastic Free, ha compiuto alcuni passi decisivi verso la sostanziale riduzione della plastica monouso seguendo una strategia tracciata dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Ambiente. Siamo il primo Ente sanitario italiano a intraprendere questo percorso virtuoso, tanto complesso quanto, a nostro avviso, decisivo per le sorti stesse dell’umanità. Un lavoro difficile che però, grazie anche all’impegno di tutti i lavoratori e del gruppo costituito nell’ambito del progetto, siamo sicuri di portare a compimento con successo”.

 

L’IZSAM, anche riguardo alla diffusione delle plastiche in ambiente, proprio per la sua natura di Ente scientifico che opera nei settori della Sanità Animale e della Sanità Pubblica Veterinaria, non poteva non essere coinvolto nella problematica.

 

La diffusione delle plastiche in ambiente rappresenta un problema di valenza incalcolabile”, afferma Nicola Ferri.

 

L’Istituto”, continua Ferri, “da oltre dieci anni, ha messo in piedi un sistema di monitoraggio delle cause di morte di cetacei e tartarughe, le cui carcasse vengono rinvenute spiaggiate lungo le coste delle regioni Abruzzo e Molise. I primi risultati ottenuti da questa attività hanno evidenziato un ruolo significativo delle plastiche, quali causa di morte di questi soggetti. Ulteriori indagini hanno evidenziato inoltre la correlazione molto probabile fra presenza di microplastiche nel contenuto intestinale delle tartarughe spiaggiate, ed alcuni riscontri patologici di frequente riscontro (enteriti)”.

 

Ma il mondo scientifico, solo in un secondo momento, ha posto una particolare attenzione sulla possibilità che frammenti microscopici di plastica, formatisi a seguito della azione usurante dell’acqua salata su rifiuti plastici finiti in mare, potessero entrare nella catena alimentare, che vede l’uomo quale destinatario finale.

 

A tutto questo, ha fatto seguito l’attivazione di numerosi progetti di ricerca da parte dell’Istituto, finalizzati alla rilevazione, tipizzazione e quantizzazione di microplastiche nei pesci e nei molluschi destinati ad entrare nella filiera alimentare.

 

 

 

23 settembre 2020 (CDI)

 

 
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