Conclusa la collaborazione con la Regione Abruzzo per definire le aree marine sull'acquacoltura

 

 

E’ da poco terminata la collaborazione tra la Regione Abruzzo “Dipartimento Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca” e l’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale” nell’ambito del Progetto “PO FEAMP 2014-2020 Misura 51 (Accordo di collaborazione per lo svolgimento di attività di interesse comune ai sensi dell’art. 15 L. n. 241/90) - Piano regionale delle acque per il rilascio di concessione demaniali finalizzate ad attività di maricoltura”.

 

Nello specifico, le attività condotte dall’Istituto, attraverso gli esperti del Reparto “Scienze Statistiche e GIS” e del “Centro per la Biologia delle Acque” di Teramo, hanno contribuito a identificare e mappare le aree marine in cui dovrebbero essere escluse attività di acquacoltura (c.d. mappa dei vincoli) e quelle più idonee per lo sviluppo dell’acquacoltura (c.d. AZA).

 

In particolare, sono stati definiti i parametri spaziali da prendere in considerazione per la definizione delle AZA con relative zone buffer e sono stati raccolti e validati i dati relativi ai parametri, georeferenziati ed elaborati per definire le aree marine più idonee all’acquacoltura, utilizzando e aggiornando le mappe del  webGIS SeaGIS Abruzzo con i nuovi strati informativi.

 

Infine, sono stati sperimentati modelli di utilizzo di immagini satellitari Copernicus Sentinel-2, con 20 metri di risoluzione spaziale, per verificare la dispersione di sedimenti in mare, utilizzando il confronto con dati acquisiti in situ con sonda multiparametrica gestita dall’ARTA Abruzzo.

 

La relazione finale del progetto – consegnata di recente – è suddivisa in due importanti capitoli: la proposta di definizione delle AZA (le aree più idonee allo sviluppo dell’acquacoltura) e la sperimentazione dell’utilizzo di dati satellitari

 

Con tale progetto la Regione Abruzzo risulta la prima regione italiana ad aver implementato un GIS (Sistema Informativo Geografico) sull’acquacoltura e ad aver definito le aree marine dedicate, iniziando così un percorso verso la Pianificazione Spaziale Marittima prevista dalla Direttiva 2014/89/UE e richiesta dall’Unione Europea.

 

Da segnalare anche il contributo dell’Istituto al tavolo nazionale ITAQUA – Piattaforma Acquacoltura – MIPAAF e finalizzato al completamento della Guida Tecnica di ISPRA, in cui SeaGIS viene definita una “buona pratica di localizzazione di dati spaziali finalizzati anche all’acquacoltura” (https://www.isprambiente.gov.it/files2020/pubblicazioni/documenti-tecnici/guida-tecnica-aza_ispra-mipaaf_01-12-20_con-presentazioni-dg_compressed.pdf).

 

L’utilizzo di dati Copernicus ad alta risoluzione spaziale per mappare la dispersione dei sedimenti in mare, ha dato risultati incoraggianti e ha evidenziato la potenzialità dei dati satellitari come strumento di monitoraggio, riducendo l'utilizzo di altra strumentazione e l’impiego delle risorse in mare. I risultati preliminari sono stati già pubblicati in open access nel volume “Monitoring of Mediterranean Coastal Areas. Problems and Measurement Techniques” della Firenze University Press (DOI: 10.36253/978-88-5518-147-1.56).

 

 

5 gennaio 2021 (CDI)

 
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