Morbo Coitale Maligno

 
 

DESCRIZIONE DELLA MALATTIA

 

Eziologia

Il Morbo coitale maligno (Dourine in lingua inglese) è una malattia parassitaria degli equidi a trasmissione sessuale causata da protozoi flagellati della specie Trypanosoma equiperdum.

Recentemente, a seguito di indagini di carattere molecolare e filogenetiche, è stato ipotizzato che lo stesso T. equiperdum e Trypanosoma evansi, agente eziologico della Surra, siano in realtà delle sottospecie del Trypanosoma brucei, quest'ultimo trasmesso da mosche tse tse e diffuso nel continente africano.

Sebbene in passato siano stati descritti diversi ceppi a patogenicità variabile, per motivi ancora sconosciuti, dal 1982 non sono più stati isolati ceppi di T. equiperdum.

Secondo alcune teorie, la malattia non sarebbe causata dall'azione diretta del T. equiperdum sui tessuti, ma deriverebbe dalle conseguenze dell'attivazione nell'ospite di  processi autoimmunitari indotti dal parassita stesso.

 
 

Epidemiologia

Il Morbo coitale maligno è l'unica tripanosomosi non trasmessa da insetti vettori.

La trasmissione dell'infezione  da soggetto infetto a soggetto sano avviene principalmente mediante il coito, anche se esistono segnalazioni in letteratura di trasmissione del T.equiperdum al puledro durante il parto e  mediante il latte materno.

I puledri infetti potranno a loro volta trasmettere l'infezione una volta raggiunta la maturità sessuale.

Nell'animale appena infettato il parassita si ritrova libero sulla superficie della mucosa o tra le cellule epiteliali, successivamente esso diffonde nei tessuti e può raggiungere, probabilmente per via linfatica, il torrente circolatorio dove da luogo ad una parassitemia di scarsa entità e di breve durata.

Successivamente, sia attraverso il sangue, sia attraverso il circolo linfatico, il parassita può  raggiungere altri distretti corporei.

Il Morbo coitale maligno può colpire cavalli, muli e asini, gli ultimi due sono generalmente più resistenti dei cavalli alla malattia e possono frequentemente rimanere portatori asintomatici.

Sono sensibili all'infezione sperimentale anche cani, conigli, topi e ratti, questi ultimi, sviluppando un infezione parassitemica, possono venire utilizzati per l'isolamento del T. equiperdum ed il mantenimento del ceppo per l'eventuale preparazione dell'antigene per i test diagnostici.

T. equiperdum può essere ritrovato nelle secrezioni vaginali delle fattrici infette, nel seme e nell'essudato mucoso del pene degli stalloni.

I parassiti però, non sono sempre presenti nel tratto genitale degli animali infetti durante tutto il decorso della malattia, per tanto la trasmissione dell'infezione non avviene costantemente ad ogni  accoppiamento.

L'infezione è endemica in molte aree del continente asiatico, dell'Africa, in Russia, parte del Medio Oriente, Sud America e nel sud Est Europeo (Figura 1).

 

Figura 1. Distribuzione geografica mondiale del Morbo Coitale Maligno

 
 

Sintomatologia e lesioni anatomo-patologiche

La lunghezza del periodo d'incubazione è estremamente variabile ed è compresa tra una settimana ed alcuni mesi. Analogamente, anche la gravità della manifestazioni cliniche della patologia può variare in modo considerevole.

La malattia ha frequentemente esito letale, sono tuttavia possibili guarigioni spontanee in seguito alle quali spesso gli animali diventano portatori latenti dell'infezione.

La diagnosi clinica è di norma supportata dagli esiti sierologici.

 I principali sintomi clinici sono:

  •  febbre;
  • edema locale a livello dei genitali e delle mammelle;
  • eruzioni edematose cutanee;
  • incoordinazione locomotoria sino a forme di paraplegia e paralisi facciale unilaterale;
  • lesioni oculari;
  • anemia;
  • progressiva perdita di peso fino alla cachessia.

Forme croniche o più lievi di malattia possono perdurare per mesi e addirittura anni. Forme subcliniche sono più frequenti in muli ed asini.

Le lesioni principali comprendono:

  • placche cutanee edematose e orticarioidi  della grandezza di 5-8 cm;
  • edema ed infiltrazione gelatinosa dei tessuti della vulva, mucosa vaginale, utero e ghiandole mammarie nella femmina mentre nel maschio dello scroto, testicoli e prepuzio;
  • mucosa vaginale a volte con placche rilevate;
  • aree depigmentate della cute e delle mucose in prossimità dei genitali, perineo e mammelle;
  • linfonodi addominali in genere ipertrofici e in qualche caso emorragici;
  • midollo spinale degli animali affetti da paraplegia spesso di minor consistenza e scolorito, in particolare nelle regioni lombari e sacrali.

Nelle forme acute la letalità può raggiungere il 50%.

 
 

Diagnosi di laboratorio

I tripanosomi sono presenti, seppur in numero limitato, nei linfonodi, nei fluidi edematosi, nei genitali esterni, nel muco vaginale e nel contenuto fluido delle placche. Lavaggi prepuziali e vaginali, quindi, possono permettere l'individuazione dell'agente eziologico mediante i test biomolecolari.

In considerazione della ridotta probabilità di rilevare l'agente nel sangue circolante, un volume di almeno 5-10 ml di sangue con anticoagulante (EDTA) deve essere prelevato per essere sottoposto ad esami biomolecolari (PCR).

Per gli esami sierologici occorre prelevare sangue in toto senza anticoagulante.

I campioni di sangue devono essere conservati a temperatura di refrigerazione (+4°C) ed inviati tempestivamente al laboratorio diagnostico.

Il test sierologico d'elezione è la Fissazione del Complemento (test prescritto dall'OIE per il commercio internazionale). Anche il test di immunofluorescenza indiretta può essere effettuato per il rilievo di anticorpi anti T. equiperdum.

 
 

Diagnosi differenziale

Nella diagnosi di Morbo coitale maligno occorre considerare anche:

  • Esantema Coitale Maligno
  • Metrite Contagiosa Equina
  • Surra
  • Nagana (tripanosomiasi africana trasmessa da mosche tse tse)
  • Carbonchio ematico
  • Arterite Virale Equina
  • Anemia Infettiva Equina
  • Porpora emorragica

Tutte le altre condizioni che possono determinare perdita di peso quali malnutrizione, patologie dentali, infezioni croniche e verminosi. 

 
 

Profilassi

Attualmente non sono disponibili vaccini e l'unica misura efficace di prevenzione è il controllo di tutti gli stalloni adibiti alla monta.

 

 
 
 
 
 
 
© IZSAM Agosto 2016
 
 
 
 
 
 
 
 

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