Report WOAH sulla situazione globale delle malattie nella fauna selvatica nel primo semestre 2024
L'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (WOAH) ha pubblicato un Report sugli eventi eccezionali di malattia che, tra gennaio e giugno di quest’anno, hanno colpito la Fauna Selvatica a livello globale. Il rapporto evidenzia il ruolo cruciale della salute degli animali selvatici nella conservazione della biodiversità e nel garantire un futuro sostenibile.
Tra gennaio e giugno 2024, 55 Paesi e territori hanno segnalato al WOAH, attraverso il World Animal Health Information System (WAHIS), un totale di 3.800 focolai di malattie nella fauna selvatica. Tali focolai hanno coinvolto oltre 11.500 casi, e otto sono state le malattie segnalate, distribuite su 151 specie selvatiche. Preoccupante è il fatto che l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) classifichi 15 delle specie colpite (10%) come a rischio di estinzione.
La peste suina africana (PSA) e l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), entrambe con gravi implicazioni per gli animali domestici, sono state identificate come le principali cause di questi focolai, con 2.863 e 659 casi rispettivamente. Subito dopo viene la Peste Suina Classica con 257 focolai, mentre la malattia emorragica epizootica, la peste dei piccoli ruminanti, la rabbia, la trichinellosi e la West Nile Disease seguono ciascuna con meno di 20 focolai.
Il 78% delle specie colpite è classificato come di “A rischio minimo” secondo gli standard di conservazione. Tuttavia, il rapporto evidenzia anche l’impatto diffuso delle malattie su specie con diversi livelli di rischio di estinzione. In particolare sette (4%) sono le specie “Vulnerabili”, quattro (3%) “Quasi a Rischio di estinzione”, tre (2%) “In Pericolo di estinzione” e una (1%) “In Pericolo critico”. Inoltre, il 20% dei focolai segnalati riguarda malattie con potenziale zoonotico, sottolineando la stretta interdipendenza tra la salute della fauna selvatica e quella umana.
L’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), tra il 2005 e il 2023, ha provocato la morte o abbattimento di oltre 557 milioni di polli a livello globale. Nel 2024, la sua diffusione geografica ha raggiunto livelli allarmanti, interessando per la prima volta la regione antartica. HPAI ha colpito 13 delle 15 specie a rischio segnalate. Ad esempio, a Taiwan, cinque esemplari di spatola minore o spatola dalla maschera nera (Platalea minor) (popolazione globale stimata: 2.200 adulti) sono morti, mentre in Ungheria è stato infettato un falco sacro (Falco cherrug Gray, 1834) (popolazione stimata: tra 12.200 e 29.800). Inoltre, 12 esemplari di pinguino africano (Spheniscus demersus Linnaeus, 1758) (popolazione stimata: 41.700) sono stati colpiti in Sudafrica.
Sebbene HPAI colpisca principalmente le specie aviarie, il suo rilevamento in diverse specie di mammiferi selvatici solleva preoccupazioni significative sulla sua crescente capacità di trasmissione interspecifica e al suo potenziale zoonotico. Ad oggi, l’HPAI ha colpito solo occasionalmente l’uomo, con casi limitati a individui che lavorano o vivono a stretto contatto con animali e con una limitata capacità di trasmissione da uomo a uomo.
Distribuzione Geografica e Conclusioni
Per quanto riguarda le aree geografiche colpite, la maggior parte dei casi si è verificata in Europa (78%), seguita da Asia (12%), Africa (4%), Americhe (3%) e Oceania (2%). Nessun focolaio è stato segnalato in Antartide.
Il rapporto sottolinea l'intricata interdipendenza degli ecosistemi, evidenziando come la salute della fauna selvatica sia strettamente legata a quella degli animali domestici, dell'ambiente e degli esseri umani. Un sistema di monitoraggio sistematico delle malattie nell’ambito della salute animale è fondamentale per proteggere gli animali domestici, garantire la sicurezza alimentare, preservare la biodiversità e salvaguardare la salute umana. Questi sforzi rappresentano un investimento cruciale per promuovere un futuro più sano e sostenibile per tutti.
Fonte: World Organisation for Animal Health (WOAH)
© IZSAM Dicembre 2024
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