Influenza aviaria: la più grande epidemia in Europa nel 2021-2022

 
Fonte: FACE

 

L’epidemia 2021–2022 di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) è la più grande finora mai osservata in Europa. A dirlo sono i dati contenuti nel  report congiunto EFSA, ECDC e Laboratorio di referenza europeo (EURL) per l’influenza aviaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe): 2.467 focolai nel pollame, 48 milioni di uccelli abbattuti negli stabilimenti colpiti, 187 rilevamenti negli uccelli in cattività e 3.573 eventi HPAI negli uccelli selvatici. Anche l’estensione geografica dell’epidemia è senza precedenti: dalle isole Svalbard al Portogallo meridionale e ad est fino all’Ucraina, colpendo 37 paesi europei.

 

 

Solo negli ultimi tre mesi, tra giugno e settembre 2022, è stato segnalato in Europa un numero mai registrato prima di casi di infezione da virus ad alta patogenicità (HPAI) di influenza aviaria in volatili selvatici e domestici. Come riporta il  comunicato ufficiale di EFSA :

 

“Tra l'11 giugno e il 9 settembre 2022, sono stati registrati 788 casi di virus HPAI in 16 Paesi dell’UE/SEE e nel Regno Unito: nel pollame (56), nei volatili in cattività (22) e in quelli selvatici (710). L’insolita persistenza negli uccelli selvatici si è protratta per tutta l’estate verificandosi in 15 Paesi europei. Il virus ha raggiunto le colonie di riproduzione di uccelli marini sulle coste atlantica settentrionale e del Mare del Nord, causando una massiccia mortalità, in particolare in Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito.”

 

 

Contestualmente è stato pubblicato anche il  report congiunto sui test per il rilevamento delle infezioni da virus dell’influenza zoonotica negli esseri umani e sulle misure di sicurezza sul lavoro per i lavoratori esposti. Il documento mira a fornire una guida su come identificare tempestivamente le infezioni umane trasmesse da virus influenzali animali, al fine di fornire un’allerta rapida e implementare le necessarie misure di prevenzione e controllo.

Illustra, inoltre, gli obblighi dei datori di lavoro per la protezione dei lavoratori dall’infezione o in caso di focolai.

 

 

Il Dr. Calogero Terregino, direttore del Laboratorio di referenza europeo per l’influenza aviaria presso l’IZSVe, dichiara che “nonostante la situazione eccezionale che si è verificata in Europa, al momento il rischio di  spillover di un virus influenzale aviario dagli animali all’uomo è basso, ma la situazione necessita di essere costantemente monitorata perché il virus è molto diffuso e può evolvere in senso negativo in ogni momento”.

 

 

Infatti i virus zoonotici dell’influenza animale, principalmente aviaria e suina, possono trasmettersi dagli animali all’uomo e causare epidemie o addirittura pandemie, come è già successo in passato. Le persone più esposte ad eventi di spillover sono quelli in prima linea nei focolai: gli allevatori di specie sensibili ai virus influenzali, il personale negli zoo e nei macelli, nei laboratori, nelle strutture sanitarie e gli addetti alla gestione dei rifiuti zootecnici o alla conservazione della fauna selvatica.

 

 

 

 

Report EFSA/ECDC/EURL giugno-settembre 2022 

 

 

Report EDCC/EFSA/EURL/EASHW 

 

 

 

 

 

 

Fonte: IZSVe

 

 
 
 

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