Piano nazionale di sorveglianza per l'influenza aviaria anno 2022

 
Fonte: IZSVe

Fonte: ANMVI

 

 

E' stato emanato il Piano di sorveglianza per l'influenza aviaria per l’anno 2022.

 

Lo diffonde la Direzione Generale della Salute animale e dei  Farmaci veterinari, in qualità di autorità centrale competente alla supervisione e al coordinamento dei dipartimenti responsabili dell’implementazione del programma. Il Piano, redatto in collaborazione con il Centro di referenza per l’Influenza aviaria (IZSVe), è attuato in conformità al Regolamento (UE) 2020/689 e si inserisce nel nuovo quadro europeo della sanità animale definito dal Reg (UE) 2016/429.

 

Il Piano 2022 è stato definito considerando i seguenti fattori di rischio:


- ubicazione dell'allevamento in prossimità di zone umide o in zone caratterizzate da un'elevata densità di uccelli selvatici migratori, in particolare quelli delle specie bersaglio elencate sul sito EURL;
- ubicazione dell’allevamento in aree ad elevata densità avicola (DPPA), e conseguente struttura e complessità del sistema produttivo incluse le connessioni funzionali tra gli stabilimenti;
- caratteristiche strutturali e gestionali del sistema produttivo avicolo;
- situazione epidemiologica passata e attuale (fattori di rischio per l'introduzione e la diffusione dei virus influenzali identificati durante il corso di precedenti epidemie);
- flusso e tipologia di scambi commerciali;
- specie e tipologia produttiva (presenza nell’azienda di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multi-età e multi-specie, suscettibilità e probabilità di infezione
- misure di biosicurezza degli allevamenti commerciali di specie a rischio;
- presenza di aziende avicole free-range e/o aziende in cui il pollame può entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza di barriere o barriere non funzionali).
- le valutazioni del rischio ei pareri scientifici rilasciati dal Centro Nazionale di Referenza per l’Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle in relazione alla rilevanza della diffusione dei virus influenzali ad alta patogenicità da parte degli uccelli selvatici.

 

 


Popolazione target

 

Nel programma di sorveglianza saranno sottoposte a campionamento le seguenti specie e categorie di pollame:

a) galline ovaiole;

b) galline ovaiole free-range;

c) polli riproduttori;d) tacchini da carne;

e) tacchini riproduttori;

f) quaglie riproduttori;

g) faraone riproduttori;

h) anatre da carne;

i) anatre riproduttori;

j) oche da carne;

k) oche riproduttori;

l) selvaggina da penna (gallinacei) sia riproduttori che adulti;

m) ratiti.


Facendo seguito alla valutazione del rischio, saranno inclusi nell’ambito della sorveglianza anche allevamenti rurali e svezzatori. Le caratteristiche di tali allevamenti infatti li rendono maggiormente a rischio per quanto riguarda nuove introduzioni virali.

In considerazione della breve vita produttiva saranno esclusi dal piano di monitoraggio i broiler e le quaglie da carne.

Il Piano dettaglia la strategia alla base della selezione delle aziende, il numero di aziende da campionare e il numero di campioni da prelevare in ciascuna azienda sono descritti in dettaglio insieme alle procedure di campionamento.

 

 

 

SBR e sorveglianza passiva

 

Il programma nazionale di sorveglianza per i virus dell'influenza aviaria (AI) nel pollame domestico è un programma di sorveglianza mirata basata sui rischi (SBR), in base alle disposizioni, criteri e linee guida di cui all'Allegato II del Regolamento Delegato (UE) 2020/689 della Commissione. In quanto tale, integra attività di sorveglianza attiva ad un sistema di individuazione precoce tramite sorveglianza passiva.

 

Il sistema di individuazione precoce - sorveglianza passiva - per l'identificazione dei virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità nel pollame domestico integrerà le attività di SBR e sarà implementato trasversalmente in tutti i settori avicoli (rurale e industriale).

Questo tipo di sorveglianza comporta la segnalazione tempestiva e obbligatoria all'autorità competente da parte degli operatori che lavorano con gli animali dell’aumento del tasso di mortalità, della comparsa di segni clinici riferibili all’influenza aviaria, o di qualsiasi modifica dei normali parametri di produzione, assunzione di mangime e acqua. Si differenzia dalla sorveglianza attiva in quanto non è una pratica programmata e continuativa.

La probabilità di segnalazione varia in base all'esperienza dei detentori del pollame, alla consapevolezza della malattia e al tasso di mortalità, che dipende strettamente dalla specie, dalla categoria produttiva, dal sistema di gestione dell'allevamento, dal sesso e dall'età del pollame. Tuttavia, aggiunge valore al sistema complessivo di sorveglianza dell'IA.

 

 

 

Integrazione del Piano nel quadro del regolamento (UE) 2016/429 

 

Il piano nazionale di sorveglianza per l’influenza aviaria verrà attuato sia nel pollame che nei volatili selvatici attraverso un sistema che integri diverse componenti, fra loro complementari, dell’attività di sorveglianza: sistemi di individuazione precoce e la sorveglianza basata sui rischi.

 

Il sistema di sorveglianza così definito avrà le seguenti finalità:


i) individuare precocemente l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nel pollame;
ii) individuare precocemente l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nei volatili selvatici;
iii) individuare precocemente l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in specie di pollame che normalmente non presenta segni clinici significativi;
iv) individuare la circolazione del virus dell’influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI) nel pollame in aree ad elevata densità di stabilimenti di pollame;
v) contribuire ad aumentare le conoscenze in materia di HPAI e di virus LPAI con un potenziale rischio zoonosico.

 

L’organizzazione della sorveglianza si baserà sui rischi, tenendo conto almeno delle informazioni in materia di ornitologia, virologia, epidemiologia e delle questioni ambientali.

 

Ad integrazione delle attività già previste dal piano dettagliato nel presente documento, nel corso dell’anno 2022, potranno essere applicate:


- nei volatili selvatici: se è stata rilevata l’HPAI in volatili selvatici, potrà rendersi necessario rafforzare la sorveglianza passiva mediante sistemi di monitoraggio che si avvalgono di pattuglie organizzate al fine di individuare e raccogliere i volatili morti e quelli malati;
- nei volatili selvatici potrebbe contemplare: in luoghi prioritari e siti chiave, in particolare quelli in cui i volatili appartenenti a specie target di volatili selvatici entrano nell’Unione durante i loro movimenti migratori, l’esecuzione del campionamento e di test diagnostici su volatili selvatici cacciati e/o catturati e/o richiami vivi di uccelli acquatici nelle aree definite ad alto rischio.

 

 

 

Il sistema produttivo avicolo italiano è fortemente condizionato da pochissime aziende integranti che forniscono animali, mangimi, tecnologia e supporto tecnico-veterinario a un elevato numero di allevatori integrati che sono i proprietari delle strutture aziendali.

Dal punto di vista geografico lo sviluppo del settore avicolo è stato ed è condizionato dalle caratteristiche morfologiche orografiche e climatiche del territorio (clima mite con minime variazioni di temperatura risultano più favorevoli per l’allevamento intensivo). Inoltre la struttura produttiva integrata richiede infrastrutture (grossi assi stradali e ferroviari) con elevato standard funzionale per garantire gli indispensabili collegamenti con tutti i centri di produzione, fornitura e distribuzione (approvvigionamento di mangime e animali, e distribuzione dei prodotti).


Questi fattori hanno portato a una maggior concentrazione degli allevamenti avicoli in alcune regioni più che in altre, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Quest’area ad alta densità di aziende avicole localizzata nella valle del fiume Po, rappresenta il 70% dell’avicoltura intensiva italiana, con più di 3.300 allevamenti avicoli industriali (ognuno con più di 250 capi) ed una capacità potenziale totale di circa 95 milioni di volatili.

 

 

 

Sorveglianza per l’influenza aviaria nei volatili selvatici

 

L’obiettivo del programma nazionale  è l’individuazione tempestiva di virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nei volatili acquatici, al fine di proteggere il pollame domestico e salvaguardare la salute pubblica e degli animali.

 

Verranno sottoposti ad analisi tutti i campioni provenienti da volatili selvatici trovati morti o sintomatici sull’intero territorio nazionale in qualsiasi periodo dell’anno.

Verrà posta maggiore attenzione a quegli animali rilevati in zone umide, con particolare riferimento a quelle maggiormente interessate sia dai flussi migratori sia in prossimità di aree caratterizzate dalla presenza di allevamenti intensivi del pollame domestico. Una fonte preziosa di informazioni riguardo ad una possibile introduzione e diffusione dei virus influenzali all'interno delle popolazioni di pollame può derivare dalla sorveglianza attiva.

 

Sarà attuato un sistema di individuazione precoce dei virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità in specie bersaglio sintomatiche/moribonde o trovate morte.

 

L’elenco delle specie bersaglio è reso disponibile sul sito del  Laboratorio di Riferimento Europeo per l’Influenza Aviaria e la Malattia di Newcastle.

L'obiettivo del piano nazionale di sorveglianza dell'influenza aviaria nei volatili selvatici è la tempestiva rilevazione dei virus influenzali ad alta patogenicità circolanti nelle popolazioni selvatiche al fine di prevenirne l'introduzione di questi virus negli allevamenti di pollame domestico.

 

In Italia, l'ISPRA stima una presenza di quasi 2 milioni di uccelli acquatici (1.922.148 uccelli), appartenenti a 126 specie.

 

 


PIANO_NAZIONALE_SORVEGLIANZA_INFLUENZA_AVIARIA_2022.pdf1.09 MB

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ReSolVe

 
 
 

CENTRO DI REFERENZA NAZIONALE PER L'EPIDEMIOLOGIA VETERINARIA, LA PROGRAMMAZIONE, L'INFORMAZIONE E L'ANALISI DEL RISCHIO (COVEPI)
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Centro di Referenza Nazionale Analisi del Rischio
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Epidemiologia
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Statistica e GIS
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