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e-ISSN 1828-1427

 

Rivista trimestrale di Sanità Pubblica Veterinaria edita dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’

A quarterly journal devoted to veterinary public health, veterinary science and medicine published by the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’ in Teramo, Italy


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2014 - Volume 50 (4), October-December
   
 
Libri/Book reviews a cura di Manuel Graziani  

Un veterinario a spasso per il mondo tra guerre, colonialismo e apartheid
Attilio Pini

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Attilio Pini, classe 1930, dai tre ai sedici anni ha vissuto in Somalia dove la sua famiglia si trasferì a seguito della malattia della madre Anna. Rientrato in Italia si è laureato in Medicina Veterinaria all'Università di Torino, città nella quale era stato mandato a finire il Liceo. È stato per un po' all'IZS del Piemonte ma poco dopo ha abbandonato la comodità del posto fisso e nel 1962 è tornato in Africa per andare a lavorare al Veterinary Research Laboratory di Kabete, in Kenya, dove è nata nel 1967 la sua a prima figlia Barbara. Si è poi spostato in Sudafrica, dove nel 1971 è nato il secondo figlio Stefano, all'Onderstepoort Veterinary Research Institute di Pretoria di cui è diventato in seguito vice direttore. A causa delle tensioni politiche e razziali, spinto anche dalla moglie Ilaria (da cui si separerà poco dopo) decise di rientrare in Italia, a Ventimiglia, ritrovandosi suo malgrado a cambiare completamente vita e finire a gestire un campeggio. Sarà il prof. Adriano Mantovani a recuperarlo alla professione convincendolo ad andare in Zambia per lavorare a un progetto di cooperazione finanziato dal Ministero degli Affari Esteri. Dopo quell'esperienza seguiranno altre missioni in Bangladesh, ancora in Zambia, in Salvador ed Eritrea. Sul finire degli anni '80 Attilio Pini è tornato definitivamente in Italia dove ha collaborato con l'Istituto Superiore di Sanità, si è risposato con Nadia e, nel 1989, ha iniziato a lavorare per l'IZS di Teramo dove tuttora presta servizio.
In questo agile libro è racchiusa l'avvincente storia di un "uomo senza radici e senza consuetudini" narrata in prima persona, senza filtri, con una capacità di sintesi rara. Tanti gli aneddoti sulla sua famiglia della media borghesia che aveva "la tipica servitù dei paesi coloniali": la figura dell'amata madre che "non aveva molta simpatia per i fascisti", del padre Ugo, Capo di Stato Maggiore in Somalia ma anch'egli molto critico verso il regime fascista, del fratello maggiore Tebaldo come il padre militare di carriera e poi veterinario. E ancora, le prime docce con l'acqua di mare, la "festa delle bastonate" (una vera battaglia tra somali con finalità propiziatorie di fertilità), fino al viaggio in nave con Filippo Tommaso Marinetti che pare si fosse invaghito della madre Anna.
Quello del dott. Pini è un libro ben scritto, dallo stile lineare, fatto di parole pesate col misurino, a volte anche musicali ("Non c'era più il fascio, ma si assisteva all'inizio dello sfascio") e argute (si legga pag. 35 sugli italiani "popolo plaudente") che rendono la lettura assai godibile. Nonostante l'autore si schernisca dicendo di non aver ereditato nessuna delle doti paterne, evidentemente ha ereditato eccome la verve narrativa dal padre Ugo autore, tra l'altro, del libro di memorie Sotto le ceneri dell'impero. Dalle rive del Giuba alle falde del monte Kenya, edito nel 1967 e ancora oggi nel catalogo dell'Editore Mursia.


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    © Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise 2014