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e-ISSN 1828-1427

 

Rivista trimestrale di Sanità Pubblica Veterinaria edita dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’

A quarterly journal devoted to veterinary public health, veterinary science and medicine published by the Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise ‘G. Caporale’ in Teramo, Italy


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2013 - Volume 49 (2), Aprile-Giugno
   
 
Paolo Dalla Villa, Shanis Barnard, Elisa Di Fede, Michele Podaliri,
Luca Candeloro, Antonio Di Nardo, Carlo Siracusa, James A. Serpell
 
Risposte comportamentali e fisiologiche
al confinamento del cane lungodegente in canile
219-230
doi: 10.12834/VetIt.2013.492.219.230
 
Riassunto
In Italia, la normativa riguardante gli animali di affezione e la prevenzione del randagismo (legge quadro n. 281 del 14 agosto 1991) impedisce la soppressione dei cani ospitati in canile se non gravemente malati o pericolosi. In quasi tutti i comuni italiani, il rapporto fra ingressi e adozioni nei canili è sbilanciato. Si generano pertanto, condizioni di sovraffollamento in cui un numero variabile di cani tende inevitabilmente a permanere nella struttura per periodi anche molto lunghi. La conoscenza degli effetti della lungodegenza sui cani di canile è ancora carente e necessita di studi mirati per permettere di fornire a questi animali il più alto grado possibile di benessere. Nel presente studio si valuta l'effetto di due differenti forme di confinamento (in gruppo o in coppia) su cani lungodegenti alloggiati in canile mediante lo studio di parametri comportamentali e fisiologici. Dati osservazionali e campioni di saliva per l'analisi quantitativa di cortisolo sono stati raccolti in entrambe le condizioni di confinamento per essere utilizzati come indicatori di benessere. Il confinamento di coppia ha offerto un minor numero di stimoli sociali e ambientali, infatti, i risultati comportamentali hanno permesso di mettere in evidenza come i cani trascorrano un tempo minore in attività locomotorie, esplorative e sociali. Le analisi delle concentrazioni di cortisolo hanno lasciato supporre che le differenze riscontrate a livello fisiologico non siano imputabili al tipo di confinamento. Nonostante in questo studio non siano emerse evidenze che permettano di affermare che una forma di confinamento abbia un maggior impatto negativo sul benessere animale (ad esempio: manifestazione di comportamenti aberranti, picchi di concentrazione di cortisolo), il differente tipo di confinamento ha avuto un effetto significativo sull'espressione di una varietà di comportamenti che, comunque, appartengono al normale repertorio della specie canina. Queste variazioni devono essere tenute in debito conto nel momento in cui si prendono decisioni sul tipo di confinamento da assegnare a cani di canile lungodegenti.

Parole chiave
Benessere animale, Cane, Canile, Canis familiaris, Comportamento, Cortisolo, Lungodegenza.


Articolo integrale

     
 
    © Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise 2013