In
questo volume la saggista americana Rebecca Solnit racconta come
la maggior parte delle vittime di un terremoto, un bombardamento
o una tempesta catastrofica, si scopra altruista, impegnata quotidia-namente
per la propria cura e sopravvivenza e per quella degli altri. Di
come, cioè, dopo una calamità naturale si affievolisca l’immagine
di un’umanità impaurita e individualista, se non addirittura egoista,
per far posto ad una riscoperta della solidarietà che si sedimenta
nel profondo delle coscienze. Dall’altra parte viene fatto notare
che chi è chiamato istituzio-nalmente a proteggere, a salvare, a
ripristinare l’ordine spesso non è all’altezza del compito affidatogli.
E così che le vittime continuano per la loro strada anche con misure
estreme e violente: l’esempio più eclatante è quello dell’uragano
Katrina che distrusse New Orleans nel 2005 dove molte persone si
salvarono perché altri, sfidando i pericoli, li trassero in salvo;
centinaia di persone sono invece morte perché ci fu chi decise che
fosse troppo pericoloso evacuare i cittadini dalla città allagata
e infetta, perfino portare in salvo i malati dagli ospedali pareva
essere un eccessivo azzardo.
Attraverso
fonti d’archivio, testimonianze orali e interviste dirette Rebecca
Solnit ci fa conoscere un mondo non ripiegato su stesso, ma fatto
di reti solidali di reciproco aiuto e soccorso che sono nate spontaneamente
dopo il terremoto di San Francisco del 1906, l’uragano Katrina,
l’11 settembre, lo Tsunami del dicembre 2004 e altre calamità naturali
che hanno sconvolto la vita di centinaia di migliaia di persone,
dimostrandoci che anche nelle più nere avversità si può trovare
una via di fuga, una possibile rinascita, “un
paradiso all’inferno”,
appunto.
Segnaliamo
con piacere questo saggio, sì corposo ma dalla narrazione davvero
avvincente, anche perché l’edizione italiana è arricchita da un
capitolo, redatto dal traduttore Andrea Spila, sulle comunità solidali
che hanno visto la luce in Abruzzo a seguito del terribile terremoto
che ha devastato L’Aquila il 6 aprile 2009. Un’appendice toccante,
che dà speranza, nella quale viene citato il lavoro dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise nel coordinamento dell’Unità di Crisi preposta per far
fronte all’emergenza veterinaria del dopo sisma.
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