L'Istituto G. Caporale in Australia per la gestione emergenze non epidemiche

 
Foto di gruppo
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Un gruppo di lavoro internazionale si è riunito a Melbourne, dal 4 al 5 maggio 2011, per mettere a confronto le esperienze maturate nella gestione delle calamità naturali ed affrontare le tematiche più rilevanti per la tutela della salute e del benessere degli animali in corso di emergenze non epidemiche.

 

L'evento organizzato dal Dipartimento delle Attività Produttive dello Stato di Victoria, in collaborazione con la World Society for the Protection of Animals (WSPA), aveva come obiettivi la valutazione critica dei piani di emergenza attuati e l'identificazione delle maggiori problematiche riscontrate nelle fasi recupero e soccorso degli animali in conseguenza delle gravi alluvioni e dei vasti incendi occorsi in Australia negli ultimi anni e degli eventi sismici che hanno colpito L'Aquila nel 2009 e Christchurch, in Nuova Zelanda, nel 2011.

 

Una rappresentanza dell'ICT (Istituto Caporale Teramo) è stata invitata a partecipare, su invito della Commissione Europea, per disseminare oltre oceano le conoscenze e le competenze sviluppate in occasione del terremoto in Abruzzo.

 

Le due giornate, incentrate sulla discussione dei casi riportati, hanno permesso di fare il punto della situazione sulle strategie più efficaci e sugli strumenti più avanzati, adottati a livello nazionale, regionale e locale per la gestione delle emergenze, focalizzando l'attenzione sull'imprescindibile necessità di pianificare sistematicamente le azioni mirate a fronteggiare gli effetti delle catastrofi in maniera integrata, per ripristinare rapidamente le condizioni preesistenti ed, ove possibile, addirittura migliorarle. L'analisi dei diversi modelli di riferimento ha permesso di individuare il coinvolgimento attivo delle comunità locali quale principale fattore determinante per prevenire e mitigare gli effetti dei disastri, in modo particolare sugli animali da compagnia e sulle specie zootecniche allevate in aree periurbane.

 

Moltissime le proposte operative scaturite nelle sessioni plenarie; dalla realizzazione di mappe di rischio ambientale allo sviluppo di sistemi informativi per la tracciabilità degli animali, soprattutto se allevati in condizioni estensive, finalizzati alla acquisizione sistematica dei dati e delle informazioni necessarie all'individuazione delle priorità, alla definizione degli obiettivi, al monitoraggio delle attività programmate ed all'eventuale adozione di misure correttive.

 

Fortemente sollecitata la necessità di elaborare manuali e procedure operative standard, sviluppare protocolli per la valutazione del benessere animale in corso di calamità naturali e prevedere specifici piani di comunicazione, oltre alla definizione di percorsi formativi che possano garantire l'aggiornamento professionale permanente delle varie figure professionali coinvolte.

 

Adeguare ed armonizzare la legislazione esistente, effettuare l'analisi costo-beneficio delle diverse modalità di intervento resta prioritario, come pure la   necessità di una chiara definizione di ruoli e responsabilità, per favorire la piena integrazione delle associazioni protezionistiche ed umanitarie nei piani di soccorso ed assistenza degli animali.


I partecipanti si sono dichiarati interessati a sostenere analoghe future iniziative, utili a diffondere l'approccio comunitario alla gestione delle emergenze e promuovere la cultura della cooperazione internazionale come fattore difensivo per le comunità, gli ecosistemi e le economie esposte al rischio di ulteriori gravi eventi catastrofici.

 
 
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© IZSAM Agosto 2016
 
 
 
 
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