All'Unite Teramo incontra l'Africa

 

 

Venerdì 19 e sabato 20 ottobre, nella Sala delle Lauree della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo, si è svolto il Convegno “Un nuovo sviluppo nel cambiamento d’epoca” in concomitanza con il 50° anniversario della missione Teramo-Burundi e in vista della Conferenza Nazionale sull’Africa.
La due giorni di incontri è stata organizzata dalla Diocesi di Teramo-Atri in collaborazione con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; l’Università degli Studi di Teramo; l’IZS dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale; la Fondazione Tercas e la Onlus Dalla Parte Degli Ultimi - Da. Pa. Du.
Al convegno hanno relazionato Autorità civili, politiche e religiose, il Rettore, docenti e studenti di Unite, il Direttore Generale ed esperti dell’IZSAM, giornalisti, professori universitari, esponenti del MAECI e del mondo della cooperazione e dello sviluppo internazionale, membri di associazioni, sacerdoti, missionari e rappresentanti della comunità africana abruzzese.

A introdurre i lavori il Rettore di Unite, Luciano D’Amico, che ha sottolineato l’importanza dei “progetti di cooperazione e collaborazione, portati avanti anche assieme all’IZSAM, che hanno rappresentato un grande arricchimento per l’Università di Teramo: avere la capacità di osservare il mondo da prospettive diverse è una priorità”. Il Vescovo della Diocesi Teramo-Atri, Lorenzo Leuzzi, ha citato l’enciclica di Paolo VI quando dice che: “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica ma allo sviluppo integrale della persona umana”. Sua Eccellenza Mons. Leuzzi ha continuato sostenendo che, “bisogna ripensare prospettive nuove, la nostra diocesi si impegnerà per creare le premesse per un nuovo sviluppo nel continente africano e in Europa”.
È intervenuto anche il Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, ringraziando per l’invito perché “questo momento ha un significato altissimo che rilancia il ruolo centrale di un capoluogo come il nostro che ha avuto il riconoscimento UNICEF come città aperta al mondo. Il valore della solidarietà oggi è in forte crisi, la solidarietà non è beneficenza, la solidarietà è alla base della cooperazione, ne è l’elemento fondante”.
La sessione introduttiva è stata chiusa dal Direttore Generale per la cooperazione allo sviluppo del MAECI, Giorgio Marrapodi, che ha aperto il suo articolato intervento ponendo l’accento sul fatto che “50 anni di cooperazione Teramo-Burundi sono davvero tanti. Nutrire il gemellaggio per tutto questo tempo è davvero lodevole, merito della Diocesi ma anche del tessuto sociale della città di Teramo”.

I lavori sono entrati nel vivo con gli interventi di Filippo Lucci in rappresentanza di Da. Pa. Du. Abruzzo Onlus e del Vice Ministro degli Esteri del Burundi, Ndikumana De Dieu, che ha sorpreso i numerosi presenti per la profondità dell’intervento e per il suo italiano fluente.
Il Direttore Generale dell’IZSAM, Mauro Mattioli, ha esordito con: “Questo invito mi dà l’occasione di presentare il contributo offerto in Africa dall’Istituto che ho l’onore di dirigere”. Il prof. Mattioli ha sottolineato che l’IZSAM lavora in Africa dalla metà degli anni ’90 e che sono più di 20 i Paesi con i quali sono stati sviluppati progetti tecnico-scientifici di cooperazione nell’ambito della sanità animale che, soprattutto, in quegli areali, ha una diretta ricaduta sulla salute dell’uomo: “Operiamo nel contesto uomo-animale-ambiente in maniera estesa, con uno sguardo sovranazionale. Questo è fondamentale se vogliamo capire l’evoluzione e la diffusione delle malattie, ancor più in un mondo globalizzato come il nostro. L’attività svolta in Africa è caratterizzata da rapporti stabili e duratori. Il vantaggio è sempre stato reciproco anche in ragione del nostro ruolo di Centro di Referenza Nazionale per le malattie esotiche che ci dà un vantaggio poiché siamo presenti dove la malattia nasce e si sviluppa”. Mattioli ha ricordato il progetto SILAB for Africa relativo ai sistemi informativi per i laboratori diagnostici africani e la rete ERFAN - Enhancing Research For Africa Network: il network scientifico panafricano, costituito a marzo 2017 sulla base dell’esperienza acquisita dall’IZSAM nel settore della cooperazione internazionale in Africa, a cui partecipano 17 Istituzioni veterinarie africane e 5 italiane.

La giornata del 20 ottobre è stata aperta dal prof. Dino Mastrocola, prossimo Rettore di Unite. Agli interessanti interventi della prof.ssa Paola Pittia di Unite e dell’onorevole Gianni Melilla - esperto di cooperazione e del continente africano che ha visitato 47 volte - è seguita la relazione di Massimo Scacchia, veterinario responsabile del settore Ricerca, sviluppo e cooperazione nei rapporti internazionali dell’IZSAM. Il dott. Scacchia, fautore della mostra fotografica Faccio un salto in Africa… con gli amici veterinari, riproposta in occasione del convegno, ha presentato la lunga esperienza dell’Istituto nel bacino del Mediterraneo e in Africa sub-Sahariana, ricordando alcune delle tante collaborazioni scientifiche finanziate da OIE, FAO e da governi africani nei settori della sanità e del benessere animale, della sicurezza alimentare, dell’epidemiologia e della gestione dei sistemi informativi. Ad oggi diversi esperti dell’Ente sono stabilmente localizzati nelle sedi di ricerca in Algeria, Angola, Namibia, Tunisia, Zambia e Zimbabwe: lo stesso Scacchia ha diretto per circa due anni il Laboratorio Centrale Veterinario della Namibia.

 

 

22 ottobre 2018 (MG)

 
 
 
 
 
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