In ricordo del prof. Adriano Mantovani

 

Lunedì 5 marzo è deceduto a Bologna, la sua città natale, il prof. Adriano Mantovani, un maestro non solo della medicina veterinaria ma della medicina unica come baluardo per la difesa della salute umana, animale e ambientale. Oggi si parla tanto di "One World, One Healt": bene, il prof. Mantovani è stato l'artefice di tale filosofia della Veterinaria italiana insieme ad altri, come, per citarne solo alcuni, il prof. Giuseppe Caporale e il prof. Luigino Bellani. A tal punto che l'Italia è l'unico Paese dove la Veterinaria non è collocata all'interno del Ministero dell'Agricoltura, ma del Ministero della Salute.

 

Nato a Malalbergo (BO) il 2 ottobre del 1926, Adriano Mantovani si è laureato alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna nel 1948 e nel 1952 ha ottenuto il Master of Public Health presso l'Università del Minnesota. Libero docente in Microbiologia (1958) e in Parassitologia (1965) è stato ricercatore all'Istituto di Parassitologia della Facoltà di Medicina dell'Università di Roma tra il 1962 e il 1965.

Per circa vent'anni, dal 1965 al 1982, è stato professore titolare e direttore dell'Istituto di Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Veterinaria dell'Università di Bologna. Dal 1983 al 1991 ha ricoperto l'incarico di dirigente di ricerca e direttore del Laboratorio di Parassitologia e, dal 1984 fino alla sua scomparsa, del Centro di Collaborazione OMS/FAO per la Sanità Pubblica Veterinaria nel quale si è occupato di interventi veterinari in situazioni di emergenza. Esperto dell'OMS per la Sanità Pubblica Veterinaria dal 1976, ha fatto parte di numerosi comitati in qualità di presidente, vice presidente e relatore. Inoltre dal 1968 al 1986 è stato segretario della Federazione Mondiale dei Parassitologi, dal 1976 al 1982 membro del Consiglio Superiore di Sanità, nonché componente della Commissione Grandi Rischi, Sezione Rischio Sanitario, Dipartimento della Protezione Civile, della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Il legame professionale e affettivo tra l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise e il prof. Mantovani ha radici antiche. Lo storico direttore Giuseppe Caporale, riconoscendo in lui grandi capacità, lo chiamò a Teramo giovanissimo, ad appena 24 anni. In Istituto Mantovani è rimasto 12 anni, in qualità di assistente, aiuto e vice direttore, dal 1950 al 1962.

 

In proposito vale la pena riportare il ricordo di quei tempi che lo stesso Mantovani fece in occasione della pubblicazione della biografia di Giuseppe Caporale: "La prima volta che ho incontrato Giuseppe Caporale è stato per caso ad un congresso della Società Italiana delle Scienze Veterinarie. Discutemmo un po' e Caporale chiese al prof. Messieri di farmi concorrere per l'Istituto Zooprofilattico di Teramo. Messieri fu molto contento di questa proposta perché, essendo io comunista, ero molto discriminato in quel periodo. Ebbi la possibilità di entrare anche all'Istituto Superiore di Sanità ma scelsi Teramo perché potevo portare con me anche il mio cane. Così feci il concorso nel 1949 ed iniziai a lavorare nel 1950 come assistente, l'unico assistente di ruolo. Sono rimasto a Teramo fino al 1962. Nei 12 anni della mia permanenza le nostre famiglie sono state molto legate perché vivevamo entrambi in Istituto, ma anche dopo ci siamo sempre frequentati. Ricordo che da bambino Enzo, il figlio di Giuseppe Caporale, prima che io mi sposassi, scappava di casa e veniva ad infilarsi nel mio letto: poi con mia moglie si consideravano come fratellini. Giuseppe Caporale e la moglie venivano spesso a trovarci a Bologna. Dal 1962 fino alla sua morte ci siamo visti almeno una volta al mese."

 

Adriano Mantovani era un uomo severo, anche nell'aspetto così imponente, ma con un animo profondamente generoso. Un gigante in senso letterale, capace di grandi cortesie e gesti indimenticabili. È stato sempre vicino all'Istituto, anche quando la sua carriera professionale era proiettata altrove. Nei primi anni '90, come direttore del Centro di Collaborazione OMS/FAO per la Sanità Pubblica Veterinaria, ha aiutato l'Ente ad affermarsi sul piano internazionale. Solo per dirne una è stato a fianco dell'Istituto nell'organizzazione dello storico convegno del 1993: "Progettazione, realizzazione e valutazione dei sistemi di sorveglianza delle zoonosi nei Paesi dell'Europa Orientale". Un evento epocale in quanto è stato il primo incontro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità con i Paesi dell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, dopo lo scioglimento dell'URSS e la susseguente caduta del Muro di Berlino, finalizzato a coordinare un gruppo di lavoro formato non solo da medici veterinari ma anche da medici umani.

 

Oggi non piangiamo un uomo qualunque. Piangiamo il padre della sanità pubblica veterinaria, un uomo che ha sempre creduto nell'importanza dell'educazione delle giovani generazioni, nell'esigenza di proteggere i più fragili, nella giustizia sociale. Con la sua morte scompare l'ultimo grande "vecchio" della storia della medicina veterinaria italiana, uno di quelli che con il prof. Luigino Bellani ne ha disegnato il ruolo e le caratteristiche. Non a caso il prof. Vincenzo Caporale, già nel 1990, li accomunava riconoscendo il loro grande spessore umano e professionale: "Adriano Mantovani, come un altro contadino padano dalla vicenda umana e professionale così simile alla sua e suo amico, Luigino Bellani, puoi odiarlo, puoi amarlo, ma non può esserti indifferente. Perché è gente che lascia un segno...".

 
 
 
© IZSAM Agosto 2016
 
 
 
 
 

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