Delfino spiaggiato a Torre del Cerrano

 
Il delfino ritrovato sulla spiaggia di Torre del Cerrano

Su prima segnalazione da parte dei tecnici dell'Istituto G. Caporale in servizio presso la Torre del Cerrano (Pineto), il personale del Centro Studi Cetacei, coordinato dal dott. Vincenzo Olivieri, il giorno 19 gennaio 2012 è intervenuto su un esemplare di sesso femminile di Stenella striata, Stenella coeruleoalba (Meyen, 1833), spiaggiato proprio in prossimità della Torre. L'esemplare deceduto si presentava in buono stato di conservazione (CODE 2) e privo di lesioni/traumi esterni evidenti. È stata immediatamente attivata la rete nazionale degli Istituti Zooprofilatici Sperimentali, sugli spiaggiamenti di cetacei, di recente costituzione. Come da protocollo, è stato coinvolto fin da subito il dott. Sandro Mazzariol, esperto della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli studi di Padova, incaricato dal Ministero della salute della formazione del personale degli IIZZSS sulla necroscopia dei cetacei.


Il giorno successivo 20 gennaio 2012 nei laboratori della sede centrale dell'Istituto G. Caporale di Teramo, alla presenza dei rappresentanti del Centro Studi Cetacei, del personale dell'Istituto e dell'Università degli studi di Teramo, Sandro Mazzariol ha eseguito la necroscopia dell'esemplare. L'occasione ha rappresentato un momento didattico particolarmente importante, vista la rarità di reperibilità di questi mammiferi. Analogamente a quanto verificato meno di una settimana prima in altro esemplare della stessa specie, peraltro non comunissima in medio-alto adriatico, spiaggiata in località Porto Garibaldi (Comacchio, Ferrara), la causa di morte è stata associata alla presenza massiva nell'apparato gastrico di parassiti Nematodi della Famiglia Anisakidae, responsabili di lesioni a carattere ulceroso. Una massa consistente di corpi parassitari ha, inoltre, determinato l'occlusione del lume di comunicazione tra prestomaco e stomaco ghiandolare. Occlusione complicata e stabilizzata dalla presenza di una estesa parte di sacchetto in plastica. L'evidenza di una così grave infestazione parassitaria non è reperto comune. Il caso, pertanto, ha imposto un approfondimento di carattere parassitologico per l'identificazione di specie. L'esemplare, risultato in lattazione, ha permesso di supporre la presenza in mare di un piccolo non ancora autosufficiente.

Numerosi campioni di organi e tessuti sono stati prelevati per indagini chimiche e biologiche, e rimangono a disposizione dei gruppi di studio interessati.


L'episodio permette di affermare che la neonata rete degli IIZZSS sugli spiaggiamenti dei cetacei si è dimostrata molto efficiente in considerazione delle solo quattro ore intercorse tra il rinvenimento della carcassa e l'invio della stessa in laboratorio e dell'autopsia eseguita, da professionisti provenienti da oltre 600 km di distanza, entro 24 ore dal rinvenimento.

Per la prima volta in Abruzzo un intervento coordinato tra diverse strutture (Istituto G. Caporale, Centro Studi Cetacei, Università degli studi di Padova, Università degli studi di Teramo, Servizi Veterinari, Guardia Costiera, Area Marina Protetta), in sinergia e ognuno per la parte di propria competenza, ha consentito di omologare comportamenti, condividere studi scientifici e incrementare conoscenze per migliorare le azioni di tutela verso i Cetacei.


 
 
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