Brucella canis: descrizione della malattia e delle modalità di controllo

 

 

Gli esperti del Centro di Referenza Nazionale per le Brucellosi dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise hanno redatto e reso liberamente disponibile il documento tecnico “Brucellosi canina da Brucella canis: descrizione della malattia e delle modalità di controllo” che descrive nel dettaglio la malattia (eziologia, epidemiologia, patogenesi e lesioni anatomo-patologiche, sintomatologia), la diagnosi (clinica e di laboratorio), la terapia, la profilassi (diretta e indiretta) e gli aspetti di sanità pubblica. Il documento termina con una proposta di algoritmo diagnostico da utilizzare in allevamenti canini infetti da B. canis.

 

La scelta di redigere un documento tecnico e renderlo disponibile ad eventuali utilizzatori è stata condivisa con il Ministero della Salute, Ufficio III, dopo la segnalazione di un primo isolamento e identificazione di Brucella canis in un allevamento di cani italiano.

Gli esperti del Centro di Referenza Nazionale stanno collaborando con l’IZS e i servizi veterinari territorialmente competenti per la messa in campo di idonei strumenti di indagine epidemiologica e di laboratorio, e per ridurre al minimo i rischi di diffusione della malattia tra gli animali e gli allevatori.

La brucellosi canina rappresenta, infatti, anche un problema di sanità pubblica poiché le potenzialità zoonosiche della malattia possono essere favorite dalla stretta coabitazione tra uomo e cane, in special modo negli ambienti urbani.

La Brucella canis è la brucellosi specifica del cane, tuttavia può infettare anche l’uomo, sebbene il suo decorso non assuma le caratteristiche di gravità tipiche dell’infezione brucellare determinata dalle specie “classiche” del genere Brucella: nei Paesi in cui la malattia è presente (in particolare nel continente americano) è considerata un’autentica zoonosi.

 

La Brucella canis è stata evidenziata per la prima volta nel 1966 durante lo studio di diversi focolai di aborto e infertilità nella specie canina in diverse aree degli Stati Uniti d’America. Successivamente è stata dimostrata in vari Paesi del mondo a seguito dell’isolamento dell’agente eziologico, mentre in altri Paesi la sua presenza è stata sospettata sulla base del reperimento di positività sierologiche.

 

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24 luglio 2020 (MG)

 
 
 
 
© IZSAM Luglio 2020
 
 
 
 
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