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Figura 1. Mappe della localizzazione dei focolai di afta epizootica. A sinistra: localizzazione del primo focolaio notificato a luglio. A destra: situazione epidemiologica aggiornata al 19 agosto 2014.

Fra le informazioni raccolte nel mese di luglio spicca in modo particolare la ricomparsa dell’afta epizootica in Algeria, rendendo preoccupante la situazione del nord-Africa. La malattia, che era assente in questo Paese dal 1999, è stata causata dall’importazione illegale di bovini dalla Tunisia, paese che ha notificato un totale di 124 focolai di afta dal 25 aprile scorso al 27 agosto.

Dal 27 luglio, data di apertura del primo focolaio di Afta epizootica – sierotipo O in Algeria, l’epidemia nel paese non si è fermata. Dal 27 luglio al 19 agosto 2014 un totale di 198 focolai sono stati confermati in una area geografica ben più vasta rispetto a quella in cui si sono verificati i primi casi (figura 1).

I dati di popolazione nei 198 focolai sono riportati nella tabella.

Dei circa 2 milioni di bovini presenti sul territorio algerino ad oggi ne sono stati vaccinati circa 1.6 milioni; per poter far fronte alle reali necessità il paese dovrà importare 1.2 milioni di dosi vaccinali entro le prossime settimane. Al contrario, i piccoli ruminanti non essendo vaccinati rappresentano una minaccia per i paesi confinanti. Poichè i parti in Algeria avvengono in tardo inverno e in primavera, al momento, la popolazione di piccoli ruminanti è costituita prevalentemente da soggetti adulti i quali, a differenza degli agnelli e dei capretti, possono non manifestare la sintomatologia clinica e comportarsi dunque da carrier del virus aftoso minacciando il vicino Marocco. Per questo, il Marocco ha già avviato una campagna vaccinale nei confronti dei bovini che per la maggior parte si trovano sul versante ovest del paese al confine con l’Algeria. Come l’Algeria, il Marocco vaccinerà solo la popolazione bovina poiché l’acquisto delle dosi vaccinali sufficienti a coprire l’intera popolazione di piccoli ruminanti (circa 20 milioni di ovini e 6,3 milioni di caprini) rappresenta un ostacolo per il paese (Fonte: http://promedmail.org/direct.php?id=20140830.2733767).

 

 

 
 
 

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