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Il rapporto comunitario EFSA sulle tendenze e le fonti di zoonosi, agenti zoonotici e focolai di tossinfezioni alimentari nel 2016: principali risultati e conclusioni

 

Il 12 dicembre 2017 l’EFSA ed l’ECDC hanno pubblicato il rapporto europeo congiunto sulle tendenze e le fonti di zoonosi, agenti zoonotici e focolai di tossinfezioni alimentari (FBO) nel 2016 (EUSR2016) (EFSA Journal 2017;15(12):5077). Il rapporto presenta i risultati delle attività di monitoraggio sulle zoonosi svolte nel 2016 da 37 Paesi europei (28 Stati membri (SM) e 9 non membri).

 
 


I dati raccolti nel 2016



I dati umani riportati nell’EUSR 2016 sono stati raccolti nell’ambito del programma “Food and Waterborne Diseases and Zoonoses programme dell’ECDC e sulla base dei dati trasmessi al sistema informativo europeo TESSy, gestito dall’CDC. TESSy è una piattaforma attiva da aprile 2008 in cui sono registrati i dati di 52 malattie e speciali problemi sanitari. I denominatori utilizzati per il calcolo dei tassi di notifica sono tratti dai dati sulla popolazione umana registrati nel sistema Eurostat al 1 gennaio 2017.

Per quanto riguarda la raccolta di dati su alimenti, animali, mangimi e focolai di origine alimentare, 28 SM e 4 paesi dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA) (Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera) hanno rendicontato i dati nazionali sui risultati del monitoraggio di zoonosi in alimenti, animali, mangimi e FBO. EFSA ha ricevuto anche dati e informazioni dai Paesi in fase di preadesione: Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro e Serbia per alcune matrici di alimenti, animali, mangimi e FBO. I dati sono stati trasmessi in formato elettronico al database EFSA sulle zoonosi, attraverso il Data Collection Framework (DCF) gestito da EFSA. I dati sul monitoraggio delle zoonosi e sui FBO rendicontati differiscono per qualità e armonizzazione, per cui il tipo di analisi fatte da EFSA è dipeso soprattutto dai livelli di qualità e armonizzazione dei dati. Per tale motivo, nell’EUSR2016 EFSA ha presentato l’analisi dei dati in base ad una categorizzazione del monitoraggio delle zoonosi e dei FBO:

1) La prima categoria comprende i dati raccolti tra SM nell'ambito di sistemi di sorveglianza o monitoraggio armonizzati, garantendo così la comparabilità dei risultati tra gli SM e la loro rappresentabilità a livello europeo (UE);

2) La seconda categoria contiene dati derivati da programmi di sorveglianza o monitoraggio non pienamente armonizzati, pertanto non è possibile effettuare analisi di tendenze a livello UE;

3) La terza categoria comprende dati non armonizzati, raccolti in vari modi attraverso diversi sistemi di raccolta e quindi non confrontabili tra gli SM e sintetizzati solo a livello nazionale o UE.

La tabella 1 mostra esempi di dati inclusi in tali categorie.

 
 

Tabella 1. Categorizzazione dei dati sul monitoraggio delle zoonosi e dei FBO utilizzati nell’EUSR 2016

Tabella 1. Categorizzazione dei dati sul monitoraggio delle zoonosi e dei FBO utilizzati nell'EUSR 2016
 
 
 


Riepilogo dei dati sulle zoonosi umane



Dal 2015, la campilobatteriosi è la zoonosi più comunemente riportata, rappresentando nel 2016 quasi il 70% di tutti i casi umani segnalati, seguita da altre malattie batteriche: salmonellosi, yersiniosi e infezioni da STEC. Il numero di casi di campilobatteriosi nell’uomo nel 2016 è di 246.307, con un tasso di notifica in UE di 66,3 per 100.000 abitanti, con un incremento del 6,1% rispetto al 2015.

Per quanto riguarda la Salmonella, i cinque sierotipi segnalati più comunemente nei casi umani verificati in UE durante il 2016 sono stati, in ordine decrescente: S. Enteritidis, S. Typhimurium, S. Typhimurium variante monofasica, S. Infantis e S. Derby. La proporzione di malattie umane causate da S. Enteritidis ha continuato ad aumentare nel 2016.

I casi confermati di Escherichia coli che producono Shiga tossine (STEC) in UE sono stati 6,378: come negli anni precedenti, il sierogruppo STEC più comunemente segnalato nel 2016 è stato O157 (38,6%) seguito da O26, che è stato riportato più frequentemente negli ultimi 3 anni, dal 2014. Nel 2016, per la prima volta, il sierogruppo O26 è stato l’agente causale più riportato di sindrome uremica emolitica al posto del sierogruppo O157.

Sulla base dei dati sulla gravità, la listeriosi è stata la zoonosi con il più alto tasso di ospedalizzazione e di letalità più alto, seguita dalla febbre del Nilo occidentale. Nel periodo complessivo 2008-2016 è stato osservato un aumento significativo dei casi umani di listeriosi in UE, con 2.536 casi umani invasivi confermati segnalati nel 2016.

 
 
 


Sorveglianza e monitoraggio dei principali agenti zoonotici nell'UE



Di seguito i principali risultati dell'EUSR 2016 per Campylobacter, Salmonella e altri agenti zoonotici negli alimenti, negli animali e nei relativi focolai di origine alimentare.

 
 

Campylobacter

I dati di monitoraggio sul Campylobacter provenienti da alimenti e animali presentati all'EFSA sono raccolti senza un disegno armonizzato (categoria III, tabella 1), pertanto questi dati sono stati sintetizzati a livello UE senza alcuna analisi delle tendenze. Per quanto riguarda gli alimenti, pochi SM hanno trasmesso i risultati, riguardanti principalmente i controlli in carni fresche di polli da carne e tacchini e relativi prodotti a base di carne. In questi alimenti, l'incidenza nella carne fresca proveniente da polli da carne e tacchini è stata del 36,7% e dell'11% rispettivamente. La prevalenza di Campylobacter nel latte e nei prodotti lattiero-caseari (compresi i formaggi) è di circa l'1%. Per quanto riguarda gli animali, il 65% dei campioni derivano da polli da carne per 14 SM, e da tacchini per 5 SM, e la prevalenza apparente più alta è stata riportata nei tacchini.

 

Salmonella

I dati riportati su alimenti e animali hanno dimostrato che S. Enteritidis è marcatamente associata a galline ovaiole, polli da carne e carne di pollo. Durante il periodo 2015-2016, è stato osservato un aumento analogo tra la proporzione di malattie sostenute da S. Enteritidis nell'uomo e la prevalenza in UE di S. Enteritidis nei gruppi di galline ovaiole. S. Typhimurium è stata riportata nei suini, nei bovini e nelle loro carni e in misura minore nel pollame e nella sua carne. S. Typhimurium variante monofasica è stata per lo più segnalata e associata (al contatto con) suini e (al consumo di) carne suina. S. Infantis è stata per lo più segnalata nelle catene di produzione di polli da carne e tacchini, lungo l'intero sistema di produzione di polli da carne. S. Infantis rappresenta un'importante pericolo per la salute pubblica, a causa della sua multi resistenza agli antibiotici.

In relazione alla conformità degli alimenti ai criteri di sicurezza alimentare della Salmonella, il livello più elevato di non conformità è stato segnalato per alcune categorie di carne destinate a essere consumate cotte (carni separate meccanicamente, carne macinata, preparati a base di carne di pollame). Per le carni fresche di pollame, la percentuale di campioni non conformi rinvenuta è trascurabile. La percentuale complessiva di non conformità per il criterio d’igiene di processo di Salmonella nei tamponi di carcassa suina è stata di circa il 2%.

Per quanto riguarda i dati sui programmi di controllo nazionale della Salmonella nel pollame, il target di riduzione della prevalenza per le categorie di pollame incluse nel programma è stato fissato all'1% per tutte, ad eccezione delle galline ovaiole, per cui il target è stato fissato al 2% per tutti gli SM ad eccezione della Polonia, per cui è stato fissato al 2,5%. La prevalenza a livello UE dei sierotipi di Salmonella in galline da riproduzione, polli da carne, tacchini da riproduzione e da ingrasso è diminuita o stabilizzata rispetto agli anni precedenti. L'andamento della prevalenza in UE di sierotipi di Salmonella negli allevamenti di polli dopo l'attuazione dei programmi di controllo nazionali è mostrato nella figura 1: i sierotipi di Salmonella nelle galline ovaiole hanno mostrato un aumento significativo negli ultimi due anni, in particolare, la prevalenza di S. Enteritidis è aumentata notevolmente.

 
Figura 1. Prevalenza nei gruppi di pollame risultati positivi per i sierotipi target di Salmonella target, 2007-2016
Figura 1. Prevalenza nei gruppi di pollame risultati positivi per i sierotipi target di Salmonella target, 2007-2016
 
 

Listeria

Il monitoraggio di L. monocytogenes negli alimenti si basa principalmente sui dati derivanti dagli obblighi informativi degli SM ai sensi del Regolamento (CE) n. 2073/2005 sui criteri microbiologici. Negli alimenti, la conformità è stata valutata per 10 categorie di alimenti pronti per il consumo (RTE) secondo i criteri di sicurezza alimentare elencati nel Regolamento (CE) n. 2073/2005. Tra le diverse categorie di alimenti RTE e in tutte le fasi di campionamento, L. monocytogenes è stata rilevata più frequentemente nei "prodotti della pesca" (5,6%) e nel "pesce" (4,7%), seguiti da "prodotti a base di carne suina diversi dalle salsicce fermentate" (3.1. %) e in "formaggi molli e semi-molli a base di latte crudo" (2,5%).

La listeriosi negli animali è una malattia relativamente poco comune e la maggior parte dei dati sul monitoraggio su L. monocytogenes negli animali forniti dagli SM all'EFSA sono generati da schemi di monitoraggio non armonizzati e per i quali non esistono obblighi di segnalazione. I dati del 2016 provengono principalmente da indagini cliniche (61,8% del numero totale di unità testate) e più in particolare da animali sospetti (95,4% del numero totale di unità testate). Listeria spp. (principalmente L. monocytogenes) è stata isolata in varie specie animali e principalmente in ruminanti domestici (bovini, ovini e caprini), originati principalmente da indagini cliniche (sospette).

 

Escherichia coli produttore di Shiga tossine

Come osservato per l’uomo, anche negli alimenti sono stati rendicontati più campioni positivi appartenenti al sierogruppo STEC non-O157 rispetto a STEC O157, con STEC O26 come il sierogruppo più segnalato nel 2016. Ciò può essere spiegato dall'uso più diffuso da parte dei laboratori della prova standard internazionale ISO TS 13136:2012, che identifica i sierogruppi STEC specifici: il 91,5% dei campioni del 2016 sono stati testati infatti con questo metodo di riferimento. I dati generati dagli SM derivano da metodi di campionamento non armonizzati e analizzati con diversi test di laboratorio, pertanto non sono pienamente confrontabili tra gli SM. Complessivamente, la presenza di STEC è stata riportata nel 2,5% dei 18.975 campioni di alimenti testati e nel 12.7% dei 2.496 campioni di animali testati. La percentuale più alta di campioni di alimenti positivi è stata nella carne, in particolare di piccoli ruminanti (ovini e caprini) seguiti da latte e prodotti lattiero-caseari. Tale risultato consolida la consapevolezza dell'importanza di tali prodotti alimentari nella diffusione delle infezioni da STEC.

 
 


Focolai di tossinfezione alimentare



Nel 2016, la maggior parte dei focolai per i quali l'agente eziologico è noto sono risultati associati ad agenti batterici (33,9% dei focolai). Le tossine batteriche si trovano al secondo posto tra il gruppo di agenti causali (17,7%), seguite da virus (9,8%), altri agenti causali (2,2%) e parassiti (0,4%). La Salmonella è stata identificata come l'agente causale più frequentemente segnalato tra focolai di origine alimentare a livello UE (22,3% di tutti i focolai). La Salmonella rappresenta da sola i due terzi dei focolai (65,8%) tra tutti gli agenti batterici e, insieme al Campylobacter, la stragrande maggioranza dei focolai sostenuti da agenti batterici (94,1%). La figura 2 mostra la distribuzione di FBO per agente causale in UE: è stata fatta una distinzione tra FBO supportati da evidenza "debole" e quelli sostenuti da evidenza "forte", in base alla forza dell’evidenza che coinvolge un particolare veicolo alimentare; la natura dell’evidenza può essere epidemiologica, microbiologica, descrittiva, ambientale o basata su indagini epidemiologiche per il rintraccio dei prodotti. FBO supportati da evidenza forte, ad eccezione dei focolai trasmessi dall'acqua (n = 521), hanno rappresentato il 10,9% dei focolai epidemici di origine alimentare registrati e sono per lo più associati ad alimenti di origine animale (n = 313). Di questi il 41,5% ha interessato "uova" e "carne di pollame" (rispettivamente il 23,0% e il 18,5%), il 22,4% "pesce e prodotti della pesca" il 21,7% "carne e prodotti a base di carne diversi dal pollame" e il 14,4% di latte e "latte prodotti derivati".

 
 
Figura 2. Distribuzione dei focolai di tossinfezione alimentare per agente causale in UE nel 2016
Figura 2. Distribuzione dei focolai di tossinfezione alimentare per agente causale in UE nel 2016
 
 
 


Bibliografia



EFSA and ECDC (European Food Safety Authority and European Centre for Disease Prevention and Control), 2017. The European Union Summary Report on Trends and Sources of Zoonoses, Zoonotic Agents and Food-borne Outbreaks in 2016. EFSA Journal 2017;15(12):5077

 
 

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A cura di:
Simona Iannetti
COVEPI
Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise "G. Caporale"

 
 
 
 
 
 

CENTRO DI REFERENZA NAZIONALE PER L'EPIDEMIOLOGIA VETERINARIA, LA PROGRAMMAZIONE, L'INFORMAZIONE E L'ANALISI DEL RISCHIO (COVEPI)
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