Giornata mondiale contro la rabbia. La situazione epidemiologica e le iniziative dell'Italia

 

 

Il 30 settembre 2019, il Ministero della Salute ha organizzato un evento formativo-informativo in occasione della Giornata Mondiale della Rabbia . Il workshop si propone di dare visibilità all’argomento, in particolare prospetta di:

  • accrescere le conoscenze in tema di prevenzione, sorveglianza e controllo della rabbia sia in ambito umano che animale;
  • presentare esperienze di cooperazione internazionale che contribuiscono all’applicazione della strategia globale “Zero by 30”.

Il piano strategico globale è promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dall’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE), dalla Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e dalla ONG Global Alliance for Rabies Control (GARC), che prevede di eliminare le morti nell’uomo dovuti a rabbia canina entro il 2030.

 

La rabbia, una encefalite virale zoonosica classificata fra le malattie topicali neglette, causa ogni anno, nel mondo, oltre 59.000 decessi umani, colpendo soprattutto i bambini di età inferiore a 15 anni. Oltre 14 milioni di persone nel mondo ricevono la profilassi post-esposizione a seguito di morsi di animali. La maggior parte dei decessi è causata dal mantenimento dell’infezione nella popolazione canina. Per il dettaglio delle procedure da adottare dopo l'esposizione si può consultare il rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità “ WHO Recommendations on Rabies Post-Exposure Treatment and the Correct Technique of Intradermal Immunization against Rabies ”.

 

In ambito animale, sono stati riportati episodi di elevata mortalità nel bestiame, in particolare in America Latina, ma anche in Africa.

 

Dal 2002, l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie è il Centro di referenza nazionale per la rabbia ed è coinvolto in progetti europei e collaborazioni internazionali su questa malattia.

 

L’Italia attualmente è indenne da rabbia. L’ultima epidemia, dopo quasi 13 anni di assenza e in relazione alla situazione epidemiologica nelle vicine Slovenia e Croazia, ha interessato dall’autunno 2008 al febbraio 2011 il nord-est italiano, e in particolare il Friuli Venezia Giulia, la provincia di Belluno e le province di Trento e Bolzano. Nei confronti di questa epidemia sono state effettuate numerose campagne di vaccinazione orale delle volpi, che hanno permesso l’eradicazione della malattia dal territorio. L’ultimo caso risale al febbraio 2011.

 

Dopo i prescritti due anni di prosecuzione delle campagne vaccinali e in assenza di nuovi casi, il nostro paese ha riottenuto lo stato di indennità nel 2013. A scopo precauzionale e in linea con quanto realizzato in Slovenia, la vaccinazione orale delle volpi è ancora eseguita due volte all’anno lungo una fascia di confine di circa 2.300 Km2.

 

 

Referenze

 

https://www.epicentro.iss.it/rabbia/gm08

 

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_2_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=eventi&p=daeventi&id=558

 

https://rabiesalliance.org/

 
 
 

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